Milo Manara, l’eros e la bellezza ‘Il nudo femminile fa ancora paura‘

Milo Manara, 78 anni, discute con il pubblico sull'erotismo, sulla libertà artistica e sulla bellezza. L'eros è una forma di liberazione, ma oggi ci sono più sensibilità da non urtare. La censura è sempre presente, ma la bellezza è sempre lì, da trovare.

"Non voglio più essere classificato come disegnatore erotico: ho 78 anni, non è più il tempo". Questo l’esordio di Milo Manara nell’incontro con il pubblico, in una chiesa di San Giovanni sold out, sollecitato dalla prima riflessione suggerita dalla direttrice di QN e delle testate del nostro gruppo, Agnese Pini. E sulla conseguente ribattuta di un "E allora cosa è oggi?", Manara ha replicato: "Ho fatto molte cose e sento un po’ riduttiva questa cosa... Certo non ho fatto niente per non meritare questa definizione", ha concluso ridendo il Maestro del fumetto. E quasi tutta la chiacchierata ha in realtà affrontato l’erotismo in tutte le sue sfaccettature.

La direttrice ha poi chiesto a Manara un parere sul fatto che se negli anni ’70 l’erotismo era una forma di libertà, di progresso e di lotta, oggi invece è cambiato tutto ed è "pericoloso" usarlo, specie in tempi di politicamente corretto. "Quello è stato un periodo – ha commentato Manara – di grandi cambiamenti sociali, non politici. Pensiamo alla moda con le minigonne di Mary Quanto ai Beatles e ai Rolling Stones che hanno dato un senso sociale alla musica. I giovani sono diventati un soggetto di cui occuparsi. E l’eros significava anche liberazione sessuale. Pensiamo alle femministe... Oggi invece ci sono molte più sensibilità, sacrosante, da non urtare, come l’ universo Lgbtq+. E poi sono invecchiato... Ma amo l’eros nel senso estetico: il senso del nudo esiste da 2500 anni, da Prassitele. Oggi se ne fa un problema".

Alla domanda se l’arte fosse più libera in passato, Manara ha risposto che "Oggi a 2030 anni non rifarei le cose come allora. Ci sono limitazioni. Ma non so se sono buone o cattive". Il dialogo si è poi spostato sulla morale e su come l’arte può rompere schemi: "L’arte deve essere libera – ha detto Manara – e nessuna censura deve esistere sulla creazione di fantasia. Nella fotografia e nel cinema ci sono le leggi, che per esempio proibiscono di ritrarre bambini, da rispettare. Ma io non censurarei mai Nabukov per “Lolita“. E giustamente oggi la violenza sessuale è delitto contro la persona, non più contro la morale".

"La peggiore censura che abbia mai subito – ha aggiunto – è stata in Sudafrica, ai tempi dell’apartheid, per i tre albi “politici“ di Giuseppe Bergman, meravigliandomi che qualcuno li avesse letti e soprattutto capiti. Più di recente, dalla Marvel, che mi aveva commissionato delle cover alternative sulle superoine. La mia Spider Woman aveva il sedere in primo piano e loro ci hanno messo il titolo sopra per coprirlo. E poi non mi hanno più chiamato".

Ancora sollecitato sul perché il nudo femminile faccia ancora così tanta paura, Manara ha citato Umberto Eco: "Ne “Il nome della rosa“, quando una ragazza si spoglia davanti al novizio, folgorandolo letteralmente, Eco cita il Cantico dei Cantici: “Era bella come luna sfolgorante come sole terribile come esercito schierato in battaglia“. Questo è il nudo femminile. La mercificazione mi dà fastidio perché è banale, come nella pubblicità. Ho sempre avuto una venerazione estetica del corpo della donna: da giovane era più seduzione e turbamento sessuale, ma ho sempre fatto distinzione tra erotismo e pornografia. L’erotismo è elaborazione culturale del sesso. E credo di non aver mai disegnato, o fatto raramente, un rapporto sessuale".

"Non so se oggi l’eros è più presente o meno proibito – ha precisato Manara – perché negli ultimi anni siamo multietnici e multireligiosi e c’è rischio di urtare sensibilità. Vedi Charlie Hebdo: conoscevo benissimo Volinski, lui era molto rispettoso della donna eppure è stato ucciso dai terroristi. Oggi è tornato un certo oscurantismo, una involuzione culturale della società che torna a considerare l’eros una cosa sporca. E poi ci sono stati come l’Iran, dove anche una ciocca di capelli fa ancora paura al mondo maschile". E sulla domanda dove sia oggi la bellezza, il Maestro ha così concluso: "Lì dove è sempre stata. Sta a noi trovarla. Tra guerre anche in Europa e baby gang, la bellezza è sempre più soffocata".

Paolo Ceragioli