Menesini e il riscatto della Provincia di Lucca "Ma adesso torni un organismo elettivo"

Il presidente traccia una bilancio di un anno non semplice ma che alla fine ha portato importanti risultati per l’ente e il territorio "Abbiamo lottato in questi anni per mantenere il ruolo di organismo che lavora per il benessere dei cittadini e ci siamo riusciti"

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di Francesco Meucci

Tempo di bilanci e progetti anche per il presidente della Provincia e sindaco di Capannori, Luca Menesini; che ha chiuso un 2022 senza dubbio ricco di imprevisti, colpi di scena, ma anche di conquiste e obiettivi raggiunti.

Come è stato il 2022 del presidente della provincia?

"Un anno intenso, pieno di scadenze importanti che abbiamo centrato, nonostante le difficoltà legate all’aumento dei prezzi e alle forniture di materiali che ha investito tutta Italia. Un esempio su tutti, la gara di appalto per la realizzazione del nuovo ponte sul Serchio: a febbraio del 2022 il commento di alcuni esponenti politici era “Menesini non ha affidato l’appalto, l’opera non si farà” e a dicembre dello stesso anno ho potuto dire ai cittadini di Lucca che il cantiere è stato regolarmente affidato a una ditta nota e riconosciuta come Fincantieri. Questo a dimostrazione che a guidare le scelte c’è capacità amministrativa, coraggio e l’obiettivo di fare l’interesse dei cittadini. Un modo di governare che rivendico e che da sempre porto avanti e continuerò a portare avanti".

E come sarà il 2023?

"Il 2023 è iniziato con l’inaugurazione della palestra Ducale ‘Maria Luisa’, grazie al recupero dell’immobile dell’ex Cavallerizza che era ridotta a rudere. Un’operazione di funzionalità per le scuole del centro storico che adesso hanno una palestra dove svolgere attività fisica e per le associazioni sportive, oltre che un’operazione di bellezza per la città di Lucca, visto che l’immobile affacia sulle Mura. Quindi una partenza positiva, che sarà anche il passo che la Provincia avrà per tutto il 2023. A marzo daremo il via al cantiere per realizzare il nuovo ponte Sul Serchio, sono in corso i lavori al complesso del Civitali-Paladini, è prevista la riqualificazione di Palazzo Ducale, abbiamo in programma cantieri in Versilia dove inizieranno i lavori per le cucine dell’alberghiero di Viareggio e per la riqualificazione dell’alberghiero di Seravezza. E ancora, abbiamo messo a gare lavori nelle scuole della Valle del Serchio, oltre alla demolizione e ricostruzione del ponte Tambura e altri interventi significativi sulle strade e le infrastrutture viarie. E sto dicendo soltanto una piccola parte dei progetti in corso. La Provincia sta contribuendo fortemente a cambiare il volto dei territori e, soprattutto, a migliorare la qualità della vita delle persone.

Tante sono state le difficoltà legate soprattutto ai lavori pubblici. Oggi la provincia sembra essere ridotta “solo” a un centrale di appalto. E così?

"No. La Provincia è un vero e proprio motore per l’economia locale e uno degli Enti che lavora per il benessere dei cittadini. Abbiamo lottato in questi anni per mantenere questo ruolo, e ci siamo riusciti. Abbiamo superato enormi difficoltà dovuti alla riforma Delrio fallita con il referendum del 2016, ci abbiamo creduto, abbiamo sognato, abbiamo amministrato assumendoci responsabilità mastodontiche e oggi siamo uno degli Enti con più cantieri aperti e più gare di appalto in corso. Se è vero che abbiamo realizzato gare di appalto per tantissimi Comuni della provincia, soprattutto per i piccoli ma anche per Viareggio e Capannori, per un importo complessivo di 59 milioni di euro, è latresì vero che stiamo realizzando come Provincia i progetti di scuole, ponti e strade di cui parlavo prima".

E’ allora forse giunto il tempo di rivedere i confini della riforma Delrio?

"E’ giunto il momento di far tornare le Province elettive, ovvero che a scegliere siano i cittadini. E’ necessario colmare il vuoto lasciato da questa riforma, e che alcune competenze importanti per i cittadini tornino dalle Regioni, dove sono gestite oggi, sul territorio, ovvero in capo alle Province. Il Governo vuole che le Province tornino elettive ed io ne sono assolutamente favorevole".

In particolare a Lucca la Provincia era quasi sullo orlo del dissesto, adesso è un ente risanato e funzionante. Come è stato possibile?

"E’ stato possibile assumendosi grandi responsabilità e avendo comptenza amministrativa, ma anche credendoci, sognando e avendo il coraggio di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Quando sono diventato presidente di Provincia nel 2015 tutti pensavano che avrei svolto il funerale di un Ente che rischiava il dissesto: non solo l’abbiamo salvato dal dissesto, abbiamo anche vinto talmente tanti soldi europei che soltanto nel 2018 abbiamo portato nelle casse della Provincia di Lucca il 50% dei soldi europei destinati per le scuole dell’intera Toscana. E qui mi permetta di ringraziare tutti i dipendenti della Provincia che ci hanno creduto insieme a me e sono rimasti a Palazzo Ducale quando tutti fuggivano ed hanno messo la loro professionalità al servizio dell’Ente e dei cittadini, e di ringraziare tutti i consiglieri che con con me l’hanno amministrata in questi anni".

Quella di Lucca è una provincia composta sostanzialmente da due grande aree spesso in contrapposizione: la Versilia e la Lucchesia. Un dialogo è possibile?

"Il dialogo è sempre possibile ed il dialogo c’è. Bisogna alzare lo sguardo, oggi la competizione non è tra Piana, Versilia e Valle del Serchio, che siamo e dobbiamo essere sempre più un sistema integrato, ma tra territori distanti. Come presidente di Provincia ho relazioni con tutti i sindaci della Provincia, dalla Piana, alla Valle del Serchio, alla Versilia: non faccio distingui politici o partitici. A me interessa lavorare nell’interesse dei cittadini, tutti, e per questo con la mia presidenza la Provincia è diventata la casa dei Comuni come dimostrano le tante gare di appalto svolte per i Comuni stessi".

Con la vittoria di Mario Pardini a giugno è cambiato non solo il sindaco, ma anche il colore politico del capoluogo. Uno scossone che, al di là della politica, ha avuto effetti sull’ente?

"Dal punto di vista istituzionale ed amministrativo, per la Provincia, il cambio di colore politico del capoluogo non ha provocato effetti, perché Provincia e Comune hanno competenze differenti ben precise e dove bisogna collaborare la collaborazione c’è. Mi dispiace che il Comune di Lucca non aderisca più alle iniziative per il giorno della Memoria che Provincia e Comune facevano insieme. A Palazzo Orsetti hanno deciso di fare da soli, ma secondo me collaborare, in particolare su questioni legate alla cultura e alla promozione della pace, è importante. Spero che per il prossimo anno ci ripensino".

A proposito di politica, che fa il centro sinistra lucchese?

"Intanto partiamo da un dato: il centrosinistra lucchese c’è, sia in municipio rappresentanto dai consiglieri comunali, sia al di fuori del palazzo, ovvero nella società civile. Quello che deve fare è crescere, deve allargare i propri confini. Può sfruttare il non essere al governo della città per dedicarsi a tempo pieno a questo. Con le idee e la voglia di fare le porte si aprono e sono sicuro che saprà aprirne molte e creare le basi per tornare ad amministrare".

È stato molto impegnato anche al parlamento Europeo. Che cosa le insegnato questo a esperienza?

"L’esperienza nel Comitato europeo delle Regioni a Bruxelles è davvero una grande opportunità per me e per l’intera provincia di Lucca. Abbiamo infatti potuto portare la nostra esperienza e provare a influenzare un consesso dove oggi vengono prese molte decisioni che poi influenzano la vita delle imprese e dei cittadini italiani. Allo stesso tempo mi ha permesso di conoscere gli indirizzi europei in itinere e condividere con gli altri sindaci queste informazioni e concordare progettualità per i nostri territori".

Si sta avviando verso la fina del suo mandato di sindaco di Capannori, cosa vede nel suo futuro?

"Nel mio futuro vedo l’essere al servizio della comunità. E’ un tratto che mi caratterizza da prima di diventare un amministratore, e che sta caratterizzando il mio modo di fare il sindaco e il mio modo di fare il presidente di Provincia. Immagino così anche il futuro".