REDAZIONE LUCCA

L’uomo del caffè: addio a Paolo di Celero

Romanini era il titolare del locale più antico della città che aveva fatto restaurare riportandolo allo stile Liberty

Grave lutto in città: è morto Paolo Romanini, conosciuto da tutti come Paolo di Celero. Aveva 76 anni ed era il titolare del caffè più antico di Camaiore, locale storico sulla via centrale, affacciato sulla piazza San Bernardino, di faccia all’Arco della Vergine. Celero, dallo zio Celere, con il suo celebre carretto che campeggia sulla parete dell’omonimo caffè, era un personaggio molto amato e stimato. Uomo di lavoro e famiglia, lascia davvero un immenso vuoto nella comunità cittadina.

Paolo era nato nel bar con i genitori, con il bar ‘dentro’ insomma, sempre dietro il banco, volenteroso e pronto alla battuta. Adesso la salma giace nel salotto di casa, in quell’appartamento situato al primo piano non lontano dalla piazza, dove ha sempre vissuto e dove, negli ultimi tempi, ha lottato aggredito purtroppo da una brutta malattia e assistito dalla moglie Lucilla e dai figli con tanto amore. Qui, tantissime persone da ieri gli fanno visita, per salutarlo un’ultima volta.

Viso rotondo, occhi a mandorla, gentile, Celero aveva rinnovato completamente il locale qualche anno fa con i figli, riportandolo allo stile Liberty risalente alla sua nascita. Seduto fuori, accanto ai tavoli gremiti di clienti, osservava da ultimo il passaggio e ne era l’anima vera e il simbolo: il figlio Giuseppe ne prosegue infatti l’attività con la sorella Rita e il genero Cristiano, titolare anche di una nota cartoleria.

Tifoso della Fiorentina, buongustaio e amicone, Celero lascia tutti i colleghi, gli amici, che gli volevano un gran bene ed hanno scritto dediche struggenti sui social: "È morto nella sua casa – dice il figlio – accanto ai suoi cari come desiderava...". La voce è rotta dal pianto: la famiglia è tutta riunita, anche le nipoti, la cognata, le piccole gemelline figlie di Rita, adorate dal nonno.

In questo momento delicato, Paolo è stato curato in casa, confortato dai familiari, ossigeno ed affetto. Ha visto passare e cambiare Camaiore, intere generazioni di caffè, ‘corretti’, di ‘quartini’, di discussioni sul calcio, di merende e risate. Il primo a salutare, il primo a servire, con l’umiltà tra le mani e sul viso, mentre porgeva centinaia di tazzine o caffè ‘al vetro’ fumanti. Accanto a lui la compagna di una vita, la moglie che lo piange, vicina sempre nelle varie vicissitudini anche di malattia.

I funerali oggi alle 15 in Collegiata a cura delle onoranze funebri La Badia. Ai familiari le condoglianze della sua città, del sindaco Alessandro Del Dotto in nome del Comune intero e della redazione de La Nazione.

Isabella Piaceri