ANDREA FALASCHI
Cronaca

L’importanza di votare ”Più dignità e diritti“

L’appello ai lucchesi del segretario generale della Cgil Fabrizio Simonetti "Occasione per migliorare la condizione di vita di milioni di persone".

Il segretario generale della Cgil di Lucca, Fabrizio Simonetti (foto Alcide)

Il segretario generale della Cgil di Lucca, Fabrizio Simonetti (foto Alcide)

Si stringono i tempi in attesa dell’apertura delle urne per il referendum dell’8 e 9 giugno quando gli elettori saranno chiamati ad esprimersi sui 5 quesiti destinati, in caso di esito positivo, a cambiare le regole del mondo del lavoro e dell’accesso alla cittadinanza. Oltre al dimezzamento degli anni, da 10 a 5, per poter diventare italiani, sulla scheda saranno al centro della decisione dei votanti anche le leggi che regolamentano i contratti precari, i subappalti, la sicurezza e i licenziamenti. Due giornate elettorali per tentare di dare un segnale di cambiamento su tematiche quanto mai attuali sul quale pesano l’obiettivo del raggiungimento del quorum del 50% più uno degli aventi diritto e il ballottaggio delle amministrative nei comuni interessati. La domanda da porci, dunque, non è se gli italiani siano o meno favorevoli ai quesiti sui quali sono chiamati ad esprimersi, ma se andranno a votare un numero sufficiente di elettori in un momento in cui la partecipazione politica e l’affluenza alle urne segna record negativi ad ogni chiamata alle votazioni ma che rimane lo strumento cardine per far sentire la propria voce.

"Da più di trent’anni nel nostro Paese il lavoro ha continuato a perdere diritti e diventare più precario, mentre le buste paga sono sempre più leggere e, soprattutto per i giovani, è sempre più difficile costruirsi un futuro – commenta il segretario generale della Cgil di Lucca Fabrizio Simonetti nell’invitare i lucchesi a recarsi alle urne -. Nel 2024 l’Inail ha registrato 1.090 morti sul lavoro, quasi una media di 3 persone al giorno che non rientrano alle proprie case e famiglie. Le persone immigrate che non commettono reati, hanno un lavoro e pagano regolarmente le tasse devono oggi aspettare 10 anni, ma più spesso una media di 13 anni effettivi, prima di poter avere la cittadinanza italiana".

"Per la prima volta gli elettori sono chiamati a dare il proprio voto per cambiare le cose. Un voto diretto, per modificare la legge, affinché vi sia il reintegro o il giusto indennizzo in caso di licenziamento illegittimo, si riducano gli incidenti sul lavoro nella catena infinita degli appalti, si renda meno precario il lavoro riducendo quello a termine, si dia la cittadinanza italiana a chi ne ha i requisiti dopo 5 anni, come avviene in tanti altri paesi europei".

"È un voto di civiltà – conclude Siminetti – un’occasione da non sprecare per cambiare da subito e migliorare la condizione di vita di milioni di persone e ridare loro più diritti e dignità. E infine ricordiamoci che votare è un diritto e un dovere civico del cittadino, che non esiste in tante parti del mondo e per darci il quale, nel passato, i nostri padri e i nostri nonni hanno combattuto e tante volte sono stati imprigionati e hanno dato la propria vita".

Andrea Falaschi