
Stefano Grassi con. la società “Affida“ ha presentato una proposta per la Lucchese
Dopo che la Lucchese ha conquistato, sul campo, la salvezza rimanendo in serie C, ora c’è un "partita" di gran lunga più importante, che non si giocherà su un campo in erba, bensì in un’aula del tribunale di Lucca, dove in ballo c’è la salvezza della società rossonera. Domani è prevista, infatti, l’udienza prefallimentare, sul cui esito è molto difficile fare delle previsioni.
Intanto cominciamo col dire che l’obiettivo è quello di evitare il quarto "default", che se dovesse verificarsi, farebbe precipitare la squadra, non più in serie D, come accadeva fino allo scorso anno, bensì in Eccellenza. L’unico "attore" serio che si è affacciato pubblicamente sulla scena e che ci ha messo la faccia è stato il lucchese Stefano Grassi con "Affida", che ad onor del vero, aveva sì manifestato il proprio interesse ad acquistare la Lucchese, ma non in maniera vincolante.
L’unica clausola era che la squadra fosse rimasta in serie C. E questo si è avverato. Fonti vicine all’imprenditore lucchese hanno, tuttavia, lasciato intendere che "Affida" da sola avrebbe fatto fatica, diciamo così, a sopportare i pesanti oneri economici, visto il forte disavanzo del club, che dovrebbe aggirarsi intorno a 3-4milioni di euro e che quindi ha bisogno del supporto del mondo imprenditoriale locale. E qui dovrebbe entrare il secondo "attore", sia pure esterno, della vicenda, vale a dire l’amministrazione comunale, che attraverso i suoi massimi esponenti, ha sempre detto pubblicamente di voler supportare chiunque si fosse fatto avanti per salvare la società. Va da sé che il compito del Comune è esclusivamente quello di "sensibilizzare" il mondo economico lucchese affinché non lasci sola "Affida".
Di qui le riunioni in corso tra Grassi ed il Comune. Se sfoceranno in qualcosa di positivo, lo vedremo domani. Perché domani, chi vuole togliere la Lucchese dai guai dovrà fare, a nostro avviso, due cose: presentarsi di fronte al giudice con un assegno di circa 1milione e mezzo per saldare le pendenze dei calciatori da novembre ad aprile e mettersi a posto con la Lega ed essere quindi in grado di iscriversi al campionato, quando poi serviranno 50mila euro cash più una fideiussione da 700milameuro.
Ma al giudice interesserà anche che l’eventuale acquirente presenti un piano economico solido e solvibile per sistemare successivamente i debiti nei confronti dell’erario e dei fornitori. Solo a quel punto la Lucchese-società sarebbe salva. Ma la domanda di fondo resta sempre la solita: chi affiancherà "Affida"? Il fatto che continui a circolare quello che qualcuno ha chiamato il piano alternativo (acquisizione della matricola del Ghiviborgo dietro l’esborso di 400mila euro per partecipare alla serie D, ma chi li metterebbe fuori e a quale titolo?) significa una cosa sola: fallimento del tentativo di "Affida", senza il sostegno della Lucca che conta e fallimento della Lucchese, con tanti saluti alle belle promesse.
Emiliano Pellegrini