
Attimi di crudeltà pura, come li ha definiti lei stessa, la nota imprenditrice Gabriella Di Marco Fantozzi, 85 anni, aggredita in casa propria da tre malviventi che le hanno strappato di dosso un collier, il bracciale e l’orologio d’oro, un caro ricordo del marito, Alfiero. La voce di fronte ai microfoni della diretta di ieri di Pomeriggio 5 condotto da Barbara D’Urso, le trema solo per quel ricordo sottratto.
“Non ho avuto paura in quei momenti – ha detto – soltanto rabbia, quella sì, tanta. Infatti sulle prime, pensando che il rapinatore fosse soltanto uno, ho reagito. Invece erano tre e mi hanno scaraventato per terra“. Le resta addosso tutta quella rabbia e anche il dolore dei postumi di quel violento spintone, una costola incrinata come le è stato appena diagnosticato. “Mi rimetterò“ dice, con il carattere che da sempre la contraddistingue, lei che con il marito Alfiero si è inventata dal nulla “senza avere un soldo da nessuno“, iniziando a vendere i jeans al banco del mercato per poi diventare imprenditrice titolare della Dik abbigliamento di Altopascio. Ha raccontato e si è raccontata senza reticenze alle telecamere di Canale 5 che ieri si sono collegate direttamente dalla sua abitazione, la villa di famiglia nel centro di Altopascio, a pochi passi dal Municipio. “Certo non è una bella pubblicità quanto è avvenuto per Altopascio, che in un giorno qualunque si possa aggredire un’aziana di 85 anni nella propria abitazione– sottolinea –. Ci vorrebbero più controlli, perchè qui la sera diventa luogo di nessuno“.
“Erano giovani, eleganti, indossavano abiti di marca e parlavano italiano. Erano cattivi – ha aggiunto –. Ma in quel momento non ho pensato a cosa mi avrebbero potuto fare, ho reagito e mi hanno spruzzato lo spray al peperoncino che mi ha tolto il fiato, intimandomi di stare zitta o lo avrebbero rifatto. Mi hanno strappato i gioielli che avevo addosso e sono andati via. Ho chiamato subito i carabinieri“. Lucida, determinata e forte, come lo è stata tutta la vita, l’imprenditrice è riuscita ad esserlo anche in quegli attimi di inferno. “Erano le 7 e un quarto circa di domenica sera. Ho sentito il campanello e ho aperto senza neanche la ’solita’ catena perchè dalla telecamera interna ho visto la sagoma di un giovane. Stavo aspettando mio nipote, ero convinta fosse lui – è il racconto della manager – . Indossavano mascherine chirurgiche, così da coprire parte del volto passando comunque inosservati. Ero da sola in quel momento, forse lo sapevano“.
Le forze dell’ordine stanno indagando, ci sarebbero testimonianze e anche le riprese video di alcune telecamere della zona. “Mi devo rimettere alla svelta – aggiunge con il solito spirito pratico –. Ho sempre tutta la famiglia con i miei bellissimi nipoti a pranzo da me il fine settimana, non posso certo mancare“.
Laura Sartini