LE PELLACCE
Col fondo tinta messo a spatolate,
la trovo spesso dal mi’ tabacchino;
le labbra belle languide e truccate,
l’occhioni rifiniti, è ‘n figurino.
Le gote a malapena rosseggiate
col farde a coloranni vel visino;
insomma, lì per lì la mangi a occhiate,
ma a scende vedi ‘l gozzo del tacchino.
Alla’ l’anquadri méglio: sessantanni,
tenuta propio bene, gogio a parte,
che s’agita e comincia a dondolanni
vando sta lì a gratta’, messa ‘n disparte.
S’accorge ch’io son lì, fermo a guardanni,
e stira le pellacce propio ad arte,
alzando ‘l viso fresco e senza danni.
Po’ vince dieci euro e riparte;
a testa alta, co’ffinti quarantanni.