Le dodici teste di Canova. Sculture inedite in mostra

Mostra "Antonio Canova e il Neoclassicismo a Lucca": 100 opere tra Canova, Batoni, Nocchi, Tofanelli, Goya e Hayez. 12 sculture inedite mai viste prima. Aperta anche durante le festività natalizie. Progetto di Vittorio Sgarbi.

Le dodici teste di Canova. Sculture inedite in mostra

Le dodici teste di Canova. Sculture inedite in mostra

Prosegue anche sotto le festività natalizie, e con orari speciali, la mostra “Antonio Canova e il Neoclassicismo a Lucca“ un progetto di Contemplazioni che porta la firma del critico d’arte e sottosegretario Vittorio Sgarbi. Il 24 e 26 dicembre apertura regolare dalle 10 alle 20, il giorno di Natale, lunedì 25, apertura pomeridiana dalle 16 alle 20, il 31 dicembre dalle 10 alle 17, il primo gennaio si torna all’orario canonico dalle 10 alle 20. Non occorre prenotare. La biglietteria chiude sempre un’ora e un quarto prima dell’orario di chiusura.

Due giorni fa della mostra lucchese si è occupato anche un ampio servizio trasmesso sul Tg1. Negli spazi della Cavallerizza di Piazzale Verdi numerosi capolavori di Antonio Canova, tra sculture e dipinti, provenienti dal Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, dall’Accademia Nazionale di San Luca di Roma e da prestigiose collezioni pubbliche e private.

Un percorso suggestivo verso la continua ricerca della bellezza e dei suoi ideali, con oltre 100 opere tra Canova e i maestri lucchesi e toscani del Neoclassicismo, quali Pompeo Batoni, Bernardino Nocchi, Stefano Tofanelli, oltre a Francisco Goya e fino ad arrivare alla nuova esperienza romantica di Francesco Hayez. “Portare Antonio Canova a Lucca – così Vittorio Sgarbi che il 28 dicembre dovrebbe essere di nuovo in città – vuol dire metterlo in dialogo con i maestri che lo hanno guardato, ammirato e accompagnato a Roma, come Bernardino Nocchi, e anche preceduto, come il più grande pittore della metà del Settecento, Pompeo Batoni”. Un’occasione unica per ammirare, per la prima volta, le dodici sculture inedite, tracciate ma fino a oggi disperse, di Antonio Canova, mai viste prima, così come uscirono dallo studio romano dello scultore. Sono le teste di alcuni dei maggiori capolavori come la Ebe, la Tersicore, la Venere italica o la Paolina Borgese come Venere vincitrice e si tratta, nelal maggior parte die casi, di calchi ricavati dalle sculture finite a eccezione del Paride e della Beatrice che invece sono modelli per l’esecuzione delle versioni marmoree. “Queste 12 teste ideali – spiega Sgarbi – sono un segmento autonomo, staccato, dell’unvierso della Gypsotheca di Possagno, un satellite che si ricompone quasi a coronamento delle appena concluse celebrazioni per il secondo centenario della morte di Canova“.

Laura Sartini