
In attesa di possibili acquirenti, che potrebbero arrivare dal settore caseario, intanto si porta a casa l’accordo sulla cassa integrazione per dodici mesi, già ventilato nelle scorse settimane, con intesa su asset e marchio. Fumata bianca per l’ex latteria San Ginese, gestita da anni dalla cooperativa sarda Arborea che a fine gennaio aveva deciso di chiudere gli stabilimenti capannoresi e di licenziare i dipendenti.
Il tavolo in Regione e con i sindacati ha aperto spiragli e soluzioni. L’azienda di lavorazione del latte nel comune di Capannori, al tavolo convocato da Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per lavoro e crisi aziendali, per la prima volta in presenza presso la presidenza regionale, i rappresentanti di Arborea, la proprietà, i sindacati e le Rsu, l’Unità di crisi e Arti, hanno sottoscritto il patto che conferma la cassa integrazione per un anno per i 24 lavoratori attualmente in carico all’impresa e un percorso per la reindustrializzazione del sito.
"L’accordo prevede lo stop ai licenziamenti con il ricorso ad un ammortizzatore sociale - spiega Valerio Fabiani - allo stesso tempo sono stati definiti gli impegni finalizzati a rivitalizzare la fabbrica. Arborea si impegna ad incaricare un advisor specializzato con la missione di fare scouting e favorire e supportare il possibile processo di reindustrializzazione; per chi acquisisse l’azienda verrà inoltre messa a disposizione una dote economica, insieme ai vari asset aziendali, compreso il marchio. Abbiamo compiuto un passo decisivo, ma il nostro impegno continua".
Insomma, una serie di buone notizie. Per il presente, con l’ammortizzatore sociale della cassa che consentirà a 24 famiglie di respirare fino al 2023 almeno. Ma anche per il futuro. Infatti emerge all’orizzonte una nuova possibilità di rilancio, visto che asset e brand verrebbero lasciati liberi, per così dire, a chi subentra. Alcuni compratori interessati ci sarebbero già e saranno via via convocati al tavolo regionale per saggiarne le intenzioni reali. In due mesi per fortuna tutto sembra cambiato. Da uno scenario tremendo a livello occupazionale, ad una visione più ottimistica anche se non ancora risolutiva.
Massimo Stefanini