E’ stata la regina delle cento e più torri che si dice Lucca abbia avuto. Non era la più bella, ma divenne la più alta grazie al ruolo che seppe interpretare dal 1300 in avanti e tutte dovettero piegarsi alla sua autorità e cedere decine di metri in altezza. La sua costruzione però era antecedente, opera non del governo lucchese, ma della famiglia dei Pinelli, una delle tante famiglie mercantili che stavano facendo fortuna con la seta.
La “Torre di Palazzo“, come fu poi ribattezzata perché posta al servizio del Palazzo del potere sorto nei suoi pressi, nel quartiere di S.Pietro in Cortina, occupò un ruolo di primo piano nella storia della città, strategico dal punto di vista difensivo del territorio. In epoca in cui le comunicazioni dovevano viaggiare velocemente per aria o via terrestre per raggiungere la città, per avvertirla del pericolo imminente, proveniente dai confini, Lucca aveva approntato un sistema efficiente ed efficace, oltreché rapido, servendosi delle torri. Dalle cime più visibili e non necessariamente più alte, passavano le comunicazioni più importanti con i segnali di fuoco o di fumo, che raggiungevano la città e i suoi governanti prima dei messaggeri a cavallo, dando un concreto vantaggio nell’approntare il sistema di difesa.
La Torre dei Pinelli fu prima affittata e poi acquistata dalla neonata repubblica, proprio perché vicina al Palazzo del potere, rivestendola immediatamente del ruolo di torre regina e per questo obbligando tutte le altre torri cittadine a ridurre l’altezza e a farle diventare tutte più basse, perché potesse essere visibile da ogni parte. L’ultimo baluardo che avrebbe dovuto rappresentare l’arma in più dei lucchesi. La torre fu dotata di un cavalcavia per metterla direttamente in contatto con il Palazzo e portare subito i messaggi ricevuti mentre, a lungo, ospitò anche le famigerate prigioni dove furono rinchiusi i nemici più pericolosi.
Negli altri piani, trovavano alloggio il corpo di guardia e anche la cucina del capitano. Sulla sua sommità era dotata di dieci “traguardi“, postazioni con cannocchiali fissi che tenevano d’occhio e ricevevano messaggi dalle torri di S.Maria del Giudice, Colle di Compito, Brancoli, Collodi, S.Martino in Colle, Porcari, Fiano mentre quella del Bargiglio era fondamentale per comunicare con la Val di Serchio, la Val di Lima, la Val Fegana e la Garfagnana. Ma il sistema di comunicazioni contava anche sul suono di una campana montata sulla torre che doveva segnalare il pericolo o confermare il messaggio o ancora sullo sparo di colpi di cannone per richiamare la milizia presente nel contado.
Soprattutto durante la notte le segnalazioni acustiche e luminose venivano fatte ad intervalli frequenti a cui anche il corpo di guardia alle Porte della città e delle Mura, dovevano rispondere per comunicare che andava tutto bene. Nemmeno la distruzione dovuta ad un’esplosione della polveriera, nel 1577, ne mise in pericolo l’esistenza perché i lucchesi la ricostruirono rapidamente. Ci pensò però la principessa Elisa nel 1808 a porre fine a secoli di onorato servizio, quando mise mano alla creazione di Piazza Grande. A quel punto, neanche la sua storia potè salvarla, ormai le comunicazioni avevano preso altre strade…