
Lucca, 12 novembre 2020 - “Non credo di essere un caso così speciale“, premette. Ma oggi – aggiungiamo noi – è la normalità ad essere “speciale“. E trovare una professoressa che in questo clima difficile da tanti punti di vista, sceglie di andare a scuola pur se infortunata non è proprio fatto ordinario.
“Gli eroi sono altri, anche e soprattutto in questo momento“, ci tiene a sottolineare la professoressa Isabella Borella del liceo Vallisneri – Io ho fatto solo quello che mi pare logico: sono tornata a scuola anche con la gamba ingessata fino al ginocchio dopo una brutta caduta in cui mi sono fratturata il metatarso. D’altra parte non mi sono sentita di lasciare i miei alunni in quelli che percepivo essere gli ultimi giorni di scuola in presenza“.
“E poi – sottolinea Isabella Borella – in questa fase è difficile riuscire a trovare supplenti, con le graduatorie a secco e i non abilitati già reclutati. Così mi sono fatta trasportare su una carrozzella fino in classe, al piano terra, e abbiamo proseguito le lezioni“.
La professoressa Borella è una sorta di istituzione per il Vallisneri, dove è di ruolo dal 1992. Insegna italiano e latino e quelli che sono stati i suoi alunni, e che lo sono tutt’ora, possono dire che “insegna“ è un termine in questo caso del tutto appropriato. E’ molto conosciuta anche per il suo impegno nella Croce Verde, dove è delegata del settore cultura e come vicepresidente del Cesvot Lucca.
“Non me la sono proprio sentita di mandare un certificato, così ho firmato la dichiarazione di responsabilità sollevando l’istituto e grazie anche all’aiuto dei bidelli mi sono fatta accompagnare in classe. Ho pensato anche e soprattutto alla quinta, che deve prepararsi per la maturità, non potevo abbandonare la barca, non me lo sarei perdonato“.
Poi è scattata la modalità 100 per 100 didattica a distanza e le cose si sono semplificate da sole. Quindi di nuovo tutti a casa, ma come l’hanno presa anche questa novità i ragazzi?
“Si sono comportati bene, ovviamente con alcune eccezioni. La didattica a distanza, curiosamente, ha rafforzato il rapporto a livello umano che c’è tra professore e ragazzo. C’è più contatto, anche attraverso semplici messaggi via whatsapp, a varie ore del giorno, e questo prima non accadeva. A me fa molto piacere. E’ un aspetto importante della nostra professione. E oggi più che mai credo sia nostro dovere supportare i ragazzi anche psicologicamente, aiutarli a superare i momenti difficili che, purtroppo, sono tornati“.
Laura Sartini