
La nuova vita della Tenuta di Forci "Parola d’ordine: rigenerazione"
Benessere. È quello che si respira non appena si mette piede nella suggestiva Tenuta di Forci, tra le colline di Pieve Santo Stefano. Benessere economico, ovviamente, e sociale che caratterizzano quelle che sono le zone della Lucca borghese, altolocata, perlopiù collinare, pullulante di ville maestose sperdute nel verde. Zone ambite che fanno gola ad un target alto: imprenditori, soprattutto stranieri, che si innamorano delle bellezze paesaggistiche e amene del nostro territorio a tal punto da volerle possedere. È appunto il caso della storica tenuta dei Buonvisi, passata in mano al Conte Vincenzo Giustiniani e infine a sua nipote, la Baronessa Diamantina Scola Camerini e da un paio di anni di proprietà di Robert-Jan van Ogtrop, imprenditore olandese nel campo dell’economica circolare, da vent’anni residente in Lucchesia, e della sua famiglia. Una villa del XIV secolo, 25 case coloniche e 350 ettari di terreno (per un valore complessivo che supera i 20milioni di euro) su cui la famiglia Van Ogtrop, dopo averla acquistata alla fine di una lunga trattativa, ha avviato un progetto ambizioso di vita, multigenerazionale come tengono loro stessi a sottolineare.
In cosa consiste lo spiegano loro stessi, che ieri hanno aperto le porte della proprietà, togliendo il velo di mistero che aleggiava su quell’acquisto. "Qualcuno si sarà chiesto “cosa vorranno fare questi matti olandesi?“ - ha spiegato il figlio Michiel non senza umorismo - Vogliamo eliminare i dubbi e chiarire che la nostra idea è quella di creare un contatto col territorio". La tenuta, per la maggior parte a gestione famigliare, punterà all’autofinanziamento. Come? "La parola d’ordine è rigenerazione - aggiunge Robert Van Ogtrop - una visione economica alla quale sono legato da anni e che ho voluto portare qui. Il cuore pulsante sarà l’attività agricola, con vigneti biodinamici, oliveti biologici, permacultura e agricoltura rigenerativa, con il fine di creare un ecosistema autosufficiente con la minore interferenza umana possibile". Dalla fattoria alla tavola sarà poi il concetto di ristorazione che vogliono sviluppare e per il quale sono in trattativa con un noto chef locale. Chissà che non sia tra le “vecchie“ conoscenze delle realtà con cui hanno organizzato (a partire da ieri) una serie di cene in villa. "Per giugno ne abbiamo 4 in programma - continua Michiel - apriamo con la Locanda di Sesto, poi Fattoria Sardi, Giglio e Olio su Tavola". Poi ci sarà la parte dedicata alla cura del corpo e della mente, con un santuario della salute olistico. E ancora uno spazio per mostre d’arte, concerti, festival, convegni ed eventi vari. Infine c’è la componente immobiliare: 11 dei 25 casali sono in vendita. "In un mese e mezzo abbiamo avuto 280 richieste - spiega Alessandro Deghé di Knight Frank - due sono stati già assegnati e 34 sono in trattativa. Moltissimi stranieri, anche da paesi come il Qatar, ma con un’alta percentuale di italiani, soprattutto del nord, e con un’età media di 45 anni".
Chi comprerà un pezzo della tenuta, però, dovrà abbracciare la filosofia Van Ogtrop (che saranno i vicini visto che il figlio, con famiglia, andrà a vivere lì), che è in parte quella ereditata dalla Baronessa. "Il contratto prevede una serie di clausole - spiegano - tra cui la firma del “manifesto di Forci“" con cui si chiede il rispetto della natura, visione innovativa ed ecosostenibile, riduzione del consumo energetico, armonia con il paesaggio - vincolato - mantenimento della riserva di caccia privata e uniformità estetica degli esterni. Ragion per cui "la ristrutturazione di ogni casale è stata già pensata - conclude - Un team di professionisti guiderà i nuovi proprietari. Si punterà sul riutilizzo e sull’uso di materiali naturali, ove possibile di provenienza locale".
Teresa Scarcella