La nuova sfida dello storico locale

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Francesca Borello sta per lanciare sul piatto della ripartenza la scommessa più bella: riprendere in gestione diretta la storica macelleria accanto al ristorante, grazie al fondamentale aiuto dei figli. “Quando è morto mio marito Andrea Cortopassi non me la sono sentita di mandare avanti tutte e due le attività, il ristorante e anche la macelleria – dice –. E quindi per non chiudere la macelleria, in vita dal 1928, l’ho affidata in gestione. Però oggi le condizioni ci sono, grazie all’aiuto dei figli, e poi questa pandemia ci ha insegnato che è bene diversificarsi e prepararsi solide alternative“. Il Ciancino, a San Macario in Piano, è un’istituzione per la città: bistecca e tordelli sono il piatto forte, e non solo. “Oggi il nostro Ciancino è mensa per i lavoratori delle aziende, vengono soprattutto quelle nel settore del giardinaggio o edili – dice Francesca –. Ci proviamo ma è durissima. L’asporto del venerdì e il sabato ci dà qualche soddisfazione, ma quando riusciamo a fare 15 ordini siamo contenti. Non è il nostro lavoro, non è proprio lavoro“. In apnea si può resistere ma per un tempo limitato. “Cosa si aspettavano che accadesse a Roma l’altro giorno, con la discesa in piazza delle categorie più colpite dalle restrizioni? La gente è esasperata, tanti del nostro settore non sanno se potranno riaprire, non sanno di cosa vivranno. E non ci fa piacere, sia chiaro. Quando le cose vanno male in un settore vanno male per tutti, senza distinzioni“. Oggi tutto il lavoro consiste in quei cinque tavoli per i dipendenti delle aziende – menù da 12 euro più ristretto ma con garanzia di freschezza – e in uno sguardo che si perde nelle nebbie del futuro.

L.S.