Consorti
Davanti agli occhi si aprono due stanze attigue dove la scultura composta da una piramide di barattoli vuoti di Zyklon B da un lato e un grande pannello che ritrae due forni crematori dall’altro lasciano i visitatori inchiodati sulla porta, incapaci di distogliere gli occhi dalle installazioni che descrivono con estrema concretezza la tragedia della Shoah. Una divisa di pelle nera al cui braccio è stata attaccata una fascia dalla croce uncinata appare quasi come una sentinella silenziosa e malvagia accanto al pannello che imprime negli occhi quella terribile realtà. Continua il viaggio, si aprono altre stanze e fa male. Sì, proprio così, fa male, malissimo stare lì davanti alle immagini dei capelli dei prigionieri dei campi di concentramento accatastati in magazzini così come le valigie e migliaia di occhiali gettati uno sopra l’altro, rotti, scheggiati, come accatastate sono le protesi di migliaia di persone che, disabili, erano immediatamente inviate alla camera a gas...
Come sottolinea il titolo della mostra, “affinché la Shoah non diventi solo un rigo sui libri di storia“, la memoria va tenuta viva e non dispersa. E iniziative come queste, che colpiscono forte, hanno il grande merito di scuotere le coscienze. La mostra di Sernacchioli resterà aperta fino all’8 febbraio con ingresso libero in orario 9.30-17.30.
Ah, e se non s’era capito: andatela a vedere!