
Andrea Pennacchi
Ritorna a Lucca il cartellone delle “Conversazioni in San Francesco”, appuntamento culturale ideato e organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca nella chiesa di San Francesco. L’edizione di quest’anno è dedicata al tema “Eroine ed eroi”. Il primo dei quattro incontri previsti, è per domenica alle 17.30 con i Figli delle Muse.
Andrea Pennacchi, in tour con lo spettacolo “Una piccola Odissea”, sarà il protagonista di un’accattivante rivisitazione dell’epica di Omero. Attore, regista teatrale e drammaturgo, è un volto della tivvù, su La7, con i monologhi interpretati dal suo personaggio, il “Pojana” all’interno della trasmissione “Propaganda Live”. Pennacchi durante lo spettacolo che fa tappa a Lucca, si confronterà con il giornalista di SkyTg24 Alessio Viola. Pennacchi, se non esistono più le mezze stagioni possiamo dire che sono tramontati anche i veri eroi greci di un tempo oppure no?
"C’è un grande bisogno di eroi, non perché non ce ne siano in giro per il mondo; quello che mi sembra mancare è il modo di raccontare queste storie: forse manca un’etica, ciascuno vuole raccontare la propria storia e così diventa una lotta di trincea". Che cosa aveva di eroico Omero?
"L’amore che portava dentro per tutto ciò che era umano. Nell’Iliade come nell’Odissea senti di far parte di una comunità più grande, non sei da solo ed è il frutto di esperienze, problemi e ostacoli che hanno avuto altri uomini prima di te: tutto questo fa sentire parte di una comunità".
Acqua passata oppure tutt’oggi un’importante eredità?
"Importantissima, da trattare con cura anche se occorre capire quanto di ciò resta valido, una riflessione normale da fare; Omero è tutt’ora vivo, durante i miei spettacoli il pubblico vibra, chi ascolta sente di far parte di quel viaggio".
Viviamo guardando gli eroi di un tempo con nostalgia, perché?
"C’è nostalgia, come detto, non perché non abbiamo eroi da ricordare e a cui ispirarci; Gino Strada lo ritengo uno di questi ma anche chiunque si batte per la giustizia; manca una società che guardi a questi eroi e faccio un esempio: durante il Covid si parlava di medici e sanitari come eroi, poi qualcuno li ha dimenticati e oggi, invece, vengono picchiati al pronto soccorso".
Lo sguardo volto al passato infonde sicurezza: è quello che ci resta o c’è dell’altro?
"E’ un momento, quello che stiamo attraversando, di confusione; ce ne sono stati altri, nella storia, non è questo il problema; nell’Odissea risulta chiaro quali sono gli esempi ma è altrettanto chiaro chi sbaglia, a partire dallo stesso Odisseo ed è questo che occorrerebbe, la capacità di avere riferimenti e ammettere gli errori".
Esiste un ruolo iconico delle donne eroine: Penelope lo è stata. Oggi l’accuserebbero di avere avuto un ruolo passivo nei confronti di Ulisse?
"Penelope ha utilizzato tutta la sua intelligenza; aspetta l’occasione giusta – avrebbe, in fondo, potuto sposarsi – invece fa ricorso alla stessa astuzia di Odisseo attraverso una fine tattica; mette in pratica anche la potenza della madre, proteggendo il figlio e questa a me sembra una storia esemplare: esiste dentro di noi un principio maschile e femminile che non possiamo negare, la storia di Penelope è esemplare".
Prendiamoci la libertà del caso, il Pojana se la sentirebbe di ingaggiare un monologo parlando di Odisseo?
"Ovvio che si! Il Pojana ha cantato un “carma” eroico in occasione di una storia dove esiste un acceso confronto all’interno di una fabbrica, mettendo in pratica tutta la furia omerica del protagonista".