
La mangaka cristiana. L’importanza della fede
Un dialogo sulla fede, sull’importanza di essere liberi e sul valore del raccontare ciò che è stato, per non dimenticare e per trasmettere e diffondere valori e conoscenza. Questi sono stati i principali argomenti affrontati dall’arcivescovo monsignor Paolo Giulietti e Kan Takahama.
L’incontro nel salone dell’Arcivescovato è stato un’occasione di confronto tra due figure che provengono da luoghi molto lontani ma che sono accomunati da un principio fondamentale, quello della fede. Le opere della mangaka giapponese di fama mondiale sono le protagoniste di "Kan Takahama. Le storie nascoste", la mostra visitabile fino ad oggi nei locali parrocchiali di San Pietro Somaldi e che rappresenta le storie di quei cristiani che hanno dovuto nascondere la loro fede per non essere perseguitati nel periodo in cui, in terra nipponica, tale religione era proibita.
Il tema del cristianesimo nascosto ricorre spesso nelle opere dell’artista. Takahama racconta di essere membra di una discendenza di origini cristiane che, in passato, ha aiutato dei missionari a difendersi dalla persecuzione nascondendoli in una grotta.
"Mi sono avvicinata al cristianesimo soltanto a vent’anni, prima credevo che la mia famiglia fosse buddista – dice l’artista – In un periodo molto buio della mia vita mi sono però avvicinata alla preghiera e, proprio a quel tempo, ho ritrovato un vecchio diario di mio nonno dove riportava le sue memorie e dei versi della Bibbia, da lì si sono avviate le mie ricerche".
Ci sono voluti ben cinque anni di ricerca e di analisi accurata per dare vita alla sua "Trilogia di Nagasaki", le tre opere in cui l’artista rappresenta la storia dei cristiani nascosti e le racconta al grande pubblico. "Ho pensato che raccontare queste storie fosse una cosa molto importante, soprattutto per le nuove generazioni e in mondo basato ancora su disuguaglianze e differenze", aggiunge Takahama.
Testimonianza, memoria e fede: queste le caratteristiche delle opere dell’artista. "Il cristianesimo è molto importante nella mia vita e l’ho avvicinato in un periodo in cui stavo facendo i conti con delle dipendenze – racconta Takahama – Così la religione e le persone intorno a me mi hanno aiutata a riprendere in mano la mia vita".
Giulia Alberigi