La Lega torna a difendere Mancini "La sua nomina a Geal era regolare"

Il capogruppo Pasquinelli ribatte alle accuse di Raspini e lo invita a lasciare la commissione controllo "Il controllo della partecipata da parte del Comune di Lucca si qualificha come ‘indiretto congiunto‘".

"La polemica politica acceca coloro che vuole perdere, infatti, fuor di metafora, Raspini si dimentica che, ormai per giurisprudenza consolidata, perché vi sia posizione dominante ai sensi del codice civile è necessario accertare in concreto che chi detiene la maggioranza delle azioni, anche in assemblea ordinaria, debba poi avere la effettiva capacità di esercitare il pieno comando sulla gestione ordinaria della società, attraverso la possibilità di determinare le decisioni del Cda".

Sulla inconferibilità dell’incarico di presidente di Geal a Gianmarco Mancini, che nel frattempo si è dimesso, torna il capogruppo in Comune della Lega Armando Pasquinelli, che replica al leader dell’opposizione che aveva a suo tempo sollevato il caso sostenendo, anche dalle colonne del nostro giornale, l’inconferibilità dell’incarico in quanto Mancini aveva già un ruolo in una società pubblica, ovvero l’Atm Piombino Spa.

"È ovvio – aggiunge Pasquinelli – che il controllo della partecipata da parte del Comune di Lucca si qualifichi come ‘controllo indiretto congiunto‘. Congiunto perché, come risulta dallo statuto di Geal Spa, su tutte le questioni più importanti è necessario il consenso anche del socio privato. È evidente il fatto che, come risulta dall’art. 21 dello statuto, le delibere più importanti devono essere adottate con il voto favorevole di almeno cinque membri, quindi, con il voto di almeno uno dei consiglieri di amministrazione nominati dal socio privato Acea spa".

Per Pasquinelli, dunque, Geal non può essere qualificata come società a controllo pubblico. "L’errore marchiano del leader locale del Pd – conclude – è evidente perché, ‘Tambellini regnante‘, già con la determina n. 46 del 2015 Lucca Holding, con suo grande rammarico, era giunta alla conclusione che Geal non andava soggetta all’influenza dominante del socio pubblico ma restava piuttosto sottoposta ad un controllo congiunto con il privato. Per ultimo, rimane decisivo il contributo della Corte dei Conti Toscana, la quale, a seguito di un’attenta analisi del capitale di Geal Spa, conclude come la stessa sia una società ‘non a controllo pubblico‘. Ci chiediamo perché insistere con una tesi evidentemente errata che trova solo giustificazione nell’arroganza di non voler ammettere l’errore sperando che i cittadini, poco avvezzi ai tecnicismi, restino abbagliati dalla feroce critica politica nei confronti del sindaco, che, al contrario, aveva nominato in modo corretto Mancini. Raspini dovrebbe prendere atto che svolge il suo compito di presidente della Commissione Controllo e Garanzia in modo parziale, ragion per cui dovrebbe dimmettersi".