
L’appello di Vinicio Fruzzetti, presidente dell’Aido di Lucca in occasione del convegno per i cinquant’anni della nascita della sede cittadina.
Si è parlato di trapianti ma anche di accesso alle cure e a tutti quei risvolti che gravitano sulla delicata materia delle donazioni di organi al recente convegno organizzato dalla sezione di Lucca dell’Aido, l’associazione donatori di organi. L’occasione è stata il 50° anniversario della sede lucchese presieduta con instancabile passione dal presidente Vinicio Fruzzetti. Il convegno si è tenuto presso la sala Da Massa Carrara grazie all’ospitalità della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e al sostegno di Unicoop Firenze, Tutto Traslochi e Varia Costruzioni.
Fruzzetti, impegnato da sempre nella divulgazione e nella sensibilizzazione sulla donazione degli organi e tessuti è dunque soddisfatto.
"La conferenza ha avuto un’ampia partecipazione di pubblico – afferma – ed è stato moderato nella prima sessione dalla dottoressa Francesca De Marco, direttrice sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena, mentre ha moderato la seconda sessione la dottoressa Arianna Precisi, referente di Area Vasta per il coordinamento ospedaliero: entrambe hanno guidato il dibattito con competenza, offrendo un quadro chiaro e aggiornato della situazione regionale e nazionale in materia di trapianto polmonare; durante l’incontro – prosegue Fruzzetti – sono intervenuti medici componenti l’équipe del trapianto polmonare diretto dal prof. Luca Luzzi, oltre a specialisti e pazienti, offrendo testimonianze toccanti e dati scientifici fondamentali per comprendere l’evoluzione di questa delicata branca della medicina".
Tra i temi l’importanza della prevenzione, dei progressi nella chirurgia trapiantologica, delle tempistiche per l’inserimento in lista e delle prospettive future per migliorare l’accesso alle cure. "Ogni donatore può salvare più vite – dichiara Fruzzetti – è stato ribadito più volte dai medici intervenuti; si è parlato della legge dello Stato, “Una Scelta in Comune” e il dottor Paolo Lo Pane dell’ azienda sanitaria nordovest, ha tenuto a ribadirne l’importanza proprio nel momento in cui si va a fare la carta di identità e si esprime il consenso o il diniego".
Un diniego che, sottolinea Fruzzetti, "sta toccando purtroppo la soglia di oltre il 40% di cittadini e significa che non avendo compreso il quesito che viene posto, non potranno esserci trapianti, allungando così la lista di coloro che moriranno in attesa di ciò". Sulla questione si rende inderogabile una sensibilizzazione, da parte delle amministrazioni comunali, anche attraverso specifica formazione degli addetti preposti alla pratica istruttoria per il rilascio della carta d’identità.
Maurizio Guccione