FABRIZIO VINCENTI
Cronaca

La crisi dei negozi tradizionali: "In cinque anni perso il 10% delle attivià commerciali"

Il presidente della Camera di Commercio, Valter Tamburini, dà alcuni numeri di un fenomeno che appare inarrestabile: "Dal 2019 al 2024 si passati da 1897 a 1712 attività commerciali".

Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio

Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio

Calano i negozi di vicinato, le serrande si abbassano e tra gli effetti nefasti non ci sono sono la chiusura di attività a volte storiche e meno posti di lavoro, ma anche pericoli per la vivibilità e la sicurezza della città. I numeri in possesso dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest sono impressionanti: nel breve volgere di pochi anni se ne è andato il 10 per cento delle attivià commerciali lucchese, come conferma il presidente Valter Tamburini.

"C’è stato un calo di attività commerciali ma non riguarda soltanto Lucca, è una tendenza di tutta l’area e più in generale nazionale".

Può darci qualche numero?

"Nel Comune di Lucca le attività commerciali dal 2019 al 2024 sono passate da 1897 a 1712: è una flessione del 10 per cento ed in linea con il resto del territorio provinciale. Il settore più colpito è quello dell’abbigliamento e delle calzature con un saldo di meno 69 unità. Quello che pare reggere maggiormente è il settore della ristorazione, un po’ meno quello dei bar".

Quali le cause, secondo quello che vi risulta?

"La diffusione della grande distribuzione e poi il Covid hanno pesato non poco, in particolare la pandemia ha sviluppato il commercio on line e questa modalità di acquisto è rimasta. Del resto, basta pensare che c’è il malvezzo di organizzare persino riunioni e incontri solo sul web".

La chiusura delle attività, però, ha un riflesso sociale non da poco.

"E’ preoccupante, perché la chiusura dei negozi di vicinato ha ripercussioni anche sulla legalità. I negozi chiusi sono come dei punti luce che si spengono, lasciando insicurezza e spazi per la criminalità: c’è un evidente ripercussione sociale".

Il caro affitti ha un peso in questa crisi?

"In alcuni casi è più un riflesso, nel senso che il problema principale sono i fatturati in contrazione che rendono più difficile pagare gli affitti: è la mancanza dei clienti per le ragioni prima elencate che spesso provocano l’abbandono dei fondi".

Che strumenti ritiene possano esserci per contrastare il fenomeno?

"Da parte nostra facciamo bandi sulla digitalizzazione delle attività per offrire strumenti agli imprenditori in grado di metterli al passo con i tempi. Sapendo dell’importanza della questione ma anche della complessità delle tendenze in atto facciamo ogni sforzo in questo senso".

Fabrizio Vincenti