La chiusura di Lucca Libri: "Abbiamo bisogno di un attimo di tempo"

La famiglia Ciancarella fa chiarezza sul destino del caffè letterario "Stiamo prendendo decisioni importanti per la nostra vita e il nostro futuro".

La chiusura di Lucca Libri: "Abbiamo bisogno  di un attimo di tempo"

La famiglia Ciancarella fa chiarezza sul destino del caffè letterario "Stiamo prendendo decisioni importanti per la nostra vita e il nostro futuro".

La notizia della chiusura del Caffè Letterario “LuccaLibri”, ha creato in città dispiacere e sconforto. Una decisione – quella di Talitha Ciancarella, al cui fianco da sempre è seduto il padre Mario – arrivata dopo la delicata fase di ricerca di ogni possibilità utile a scongiurarne gli effetti. Lo si intuisce chiaramente dalle parole pubblicate sulla pagina Facebook della libreria; parole equilibrate, finanche di speranza, che si pongono quel senso di rispetto imprescindibile nei confronti della cittadinanza, degli affezionati clienti.

Scrive Talitha: "Pensavamo potesse essere solo una pausa per ferie e ristrutturazioni necessarie, per poi far ripartire LuccaLibri, magari con dei cambiamenti inevitabili. Non siamo ancora in grado di fare delle dichiarazioni ufficiali e spero che questo sia compreso e rispettato il più possibile. Il mio papà ed io, ma non solo, tutta la nostra famiglia e le famiglie che si sono create nel frattempo, abbiamo vissuto tra i libri negli ultimi 39 anni, con rinascite che una fenice in confronto è una dilettante. Ringrazio per l’affetto, le parole, le presenze di questa difficile settimana in cui stiamo prendendo decisioni importanti per la nostra vita, per il nostro futuro. Alla città, alla bella città di Lucca, alla sostanza che abbiamo cercato di nutrire, abbiamo pensato per tanti anni, forse mettendo usi, stili, modi di fare tipici, prima delle scelte imprenditoriali. Oggi abbiamo bisogno di un attimo di tempo, anche visto il periodo che non aiuta a confrontarsi con professionalità su una scelta tanto delicata viste anche le persone coinvolte, grazie infinite". Una decisione che trasuda sofferenza e rilascia dignità, perché il mestiere di libraio, se fatto con passione, non può essere abbandonato con il cuore leggero.

Oggi quella saracinesca abbassata, come in precedenza quella della Ubik, rappresenta un luogo vuoto. Che non è mai una buona notizia per una città. La delusione per l’epilogo imprenditoriale, ha tuttavia bisogno di qualcosa che vada oltre una riflessione: occorrerebbero atti concreti. Capire, insomma, se esistono spazi per dare vita a una nuova fenice, potrebbe essere una strada da esplorare, coinvolgendo varie sensibilità. Intanto sull’argomento registriamo l’intervento del coportavoce di Europa Verde – Verdi Lucca, Luca Fidia Pardini.

"La chiusura in pochissimo tempo di Ubik e LuccaLibri mi rattrista e mi preoccupa moltissimo; due luoghi – dice Pardini – dove la promozione della cultura si intersecava con la comunità e col territorio: la loro chiusura segna l’avanzamento di un modo di vivere la città sempre più individualista, che si basa sull’apparenza e sulla massimizzazione del profitto, piuttosto che sulla sostanza e sulle relazioni. Che – va avanti l’esponente dei Verdi – premia il più grosso a scapito del più piccolo. Ma il punto non è solo questo: già da diversi anni Lucca si è sempre più appiattita sui grandi eventi perché portano soldi e pubblicità. A chi li organizza si concedono spazi, invece di coinvolgerli in progetti di più ampio respiro come la costruzione di aree eventi permanenti basate sulla ristrutturazione di aree dismesse".

Maurizio Guccione