L’ultima follia sono i video ‘gore’

Immagini scabrose dal deep web "Un fenomeno del tutto nuovo"

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Un’indagine complessa durata quasi sei mesi. Durante i quali gli investigatori del Compartimento toscano della Polposta hanno lavorato a testa bassa per inseguire il bandolo della matassa che li conducesse alla fonte di quelle immagini choc. Molte delle quali, particolarmente cruente, provenivano dal dark web. L’indagine, coordinata dal procuratore capo Antonio Sangermano della procura minorile presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, nei giorni scorsi ha dato vita a perquisizioni e alla denuncia in stato di libertà di 20 minorenni.

Dottoressa Annalisa Lillini, dirigente del Compartimento toscano della Polposta, un’altra inchiesta choc dopo quella sulle mamme pedofile.

"E’ un’indagine che rientra nelle nostre competenze specifiche, sia per attività, che per competenza, trattandosi di pedopornografia on line".

Come si fanno queste indagini?

"Si lavora anche sotto copertura, ma stavolta abbiamo svolto un’analisi accuratissima dello smartphone consegnatoci dalla madre. Lì abbiamo ritrovato i materiali e i canali dove erano stati scaricati".

Il figlio della donna che ha vi ha consegnato il telefono è uno degli indagati.

"I genitori quando si accorgono della presenza di certe immagini sul telefono del figlio non sanno se esse siano state ricevute o inviate. Una madre non pensa certo alle conseguenze penali, ma la sua preoccupazione è scoprire in cosa è incappato il figlio. Ed è lo spirito che deve muovere ogni genitore in queste situazioni, perché solo così possiamo arginare fenomeni come questo o come l’adescamento on line, i ricatti".

Che cos’è il ‘gore’?

"Con il termine ‘gore’ si definiscono filmati dai contenuti scabrosi, rinvenibili nel deep web, la rete più profonda e meno accessibile. Sono video reali, soprattutto di incidenti stradali mortali con conseguenze per i corpi delle vittime. Provengono da ogni parte del mondo".

Avete trovato del materiale autoprodotto?

"No. Niente. Da quanto accertato i file erano solo ricevuti e scambiati".

Cosa rischiano i ragazzi?

"Le pene previste in questo caso vanno riviste nell’ottica del processo minorile. Ma non è questo l’aspetto principale della vicenda".

Il vostro obiettivo è rendere il web un mondo più sicuro.

"Internet è una risorsa insostituibile, un’opportunità che va utilizzata con la testa. I genitori devono star molto vicino ai ragazzi, senza arretrare per minor competenza. Una sorveglianza discreta, far capire cosa è lecito e cosa no. Nella maggioranza dei casi, i ragazzi non hanno consapevolezza di ciò che fanno".

Anche in questo caso?

"A 13 anni non si sa il valore etico e sociale di tali immagini".

ste.bro.