REDAZIONE LUCCA

“Invidia e vergogna“. Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

In una famiglia operaia, l'indirizzo era un segreto da nascondere. I figli di altre classi sociali frequentavano scuole rinomate, mentre loro vivevano in strade malfamate. Una vergogna che non poteva essere espressa a parole.

INVIDIA E VERGOGNA

“In via Brunero Paoli” rispondevo

a velli ‘e mi chiedevan l’indirizzo,

ma ch’era nel Bastardo ‘un ni dicevo;

era ‘un mi’ vergognoso sghiribizzo.

Pigliavo foo, ma ‘l mi vero guaio,

da fammi fa’ perfino scena muta,

era di’ che mi’ padre era operaio

e lavorava sempre colla tuta.

Alla “Carducci”, scuola rinomata,

c’andavano ‘ffglioli de’ppottini,

di vella borghesia ‘n popo’ pregiata,

co’ ppadri laureti e co’ quatrini.

E in valche strada, ‘un certo malfamata,

vivevano ‘n villette o condomìni.

Senza piglia’ neanche ‘na labbrata.