"Investiamo nella manutenzione delle relazioni con Dio e i fratelli"

Il messaggio dell’Arcivescovo Giulietti durante il Pontificale in Duomo. Il presule ha messo in relazione la manutenzione in atto sul Volto Santo.

"Investiamo nella manutenzione delle relazioni con Dio e i fratelli"
"Investiamo nella manutenzione delle relazioni con Dio e i fratelli"

L’arcivescovo di Lucca, Monsignor Paolo Giulietti, nel corso del pontificale della Santa Croce, la cui messa solenne si è svolta ieri mattina in Cattedrale, nella sua omelia ha voluto trasmettere un messaggio importante: "La manutenzione del Volto Santo - ha sottolineato - invita anche noi a investire sulla manutenzione delle relazioni, con Dio e i fratelli". L’alto prelato, usa un sostantivo importante, parlando appunto di manutenzione quale strumento importante nelle relazioni.

Così si è rivolto, principalmente, alla comunità diocesana volendo sottolineare lo stimolo alla cura nei rapporti e alla loro valenza all’interno di una comunità solidale. Insieme a lui hanno concelebrato numerosi preti e diaconi, assieme al Capitolo della Cattedrale, in un Duomo gremito di fedeli come si vedeva, per questa festività, solo prima dell’inizio del Covid. Presenti anche le autorità civili e militari della città e della provincia. "Viviamo una Santa Croce in cui la relazione con il Volto Santo ci è negata - ha sottolineato l’Arcivescovo Giulietti nell’omelia - perché si trova in restauro nel laboratorio; questi lavori hanno lo scopo di restituire alla relazione, dopo la manutenzione, questo oggetto dell’amore e della devozione della gente di Lucca; nel convegno di domani che ci illustrerà tutta la diagnostica fatta in questi mesi sul Volto Santo, emergerà che non siamo i primi a fare manutenzione sull’opera: i lucchesi nei secoli altre volte l’hanno fatta, e proprio la manutenzione del Volto Santo, volta a restituirci la relazione con la sacra effigie, invita anche noi a investire sulla manutenzione delle relazioni".

Partendo da questo concetto, Giulietti ha poi illustrato due importanti riflessioni: "La relazione con Cristo non è scontata - dichiara - non è che se compiamo gesti della fede, diciamo parole della fede, la nostra relazione con Cristo gode di buona salute; ieri sera abbiamo compiuto con la Luminara un grande gesto della fede e dobbiamo domandarci: tutti quanti hanno vissuto questo gesto come relazione con il Cristo? E questo domandiamocelo per tutte le nostre manifestazioni religiose comunitarie e personali: sono espressioni dalla relazione viva con il Cristo o sono solo la ripetizione rituale di gesti e parole?".

"L’invito che rivolgo - prosegue l’Arcivescovo - è quello di reimparare a pregare: questa è la prima e più importante opera pastorale. È ciò che di più importante ci è stato donato e che dobbiamo custodire facendo attenta opera di manutenzione". Nella seconda riflessione, Giulietti afferma che "abbiamo bisogno anche di fare manutenzione della nostra relazione con i fratelli, che non è un’altra cosa; perché il Signore non è presente e incontrabile solo nei santi segni, ma anche nella presenza degli altri: nei piccoli, nel ritrovarsi nel suo nome. Viviamo nella cultura dell’individuo che considera sempre la relazione come dato funzionale: entro in relazione con l’altro perché mi è utile, quando non mi serve lo posso scartare. Anche nella Chiesa tendenze campanilistiche, ideologiche, anche un pizzico di clericalismo che alligna tra noi, manifestano il deteriorarsi delle relazioni".

Monsignor Giulietti termina affermando che "siamo chiamati a una manutenzione della relazione con i fratelli nella fede, nelle nostre comunità, con il piacere d’incontrarsi, come occasione per vivere assieme la fede e l’incontro con il Signore. Ma in questo senso siamo chiamati anche a renderci conto che non siamo cristiani da soli, ma siamo cristiani in una comunione cattolica che allarga orizzonti e prospettive, che vanno anche oltre la nostra Diocesi".

Mau. Guc.