Iacopo Nathan
Cronaca

Incidente mortale sulla Lodovica, il pm fa appello contro l’assoluzione

Per il pubblico ministero ci sono ancora delle situazioni da chiarire in merito alla morte di Daddoveri

Il mezzo su cui viaggiavano Cinquini e Daddoveri, dopo il tragico schianto sulla Lodovica

Lucca, 18 luglio 2024 - Servirà ancora tempo per mettere la parola fine sulla delicata questione relativa all’incidente mortale in cui perse la vita Stefano Daddoveri. I fatti risalgono al settembre del 2022, quando l’uomo, 57 anni all’epoca, è rimasto vittima di un incidente stradale sulla Lodovica, nello schianto frontale tra il Piaggio Porter su cui viaggiava e una Honda Station Wagon.

L’uomo si trovava in auto insieme a un collega, Luca Cinquini, 55 anni al momento dei fatti, entrambi operai cantonieri dipendenti della Provincia, che aveva noleggiato il mezzo su cui viaggiavano. Le indagini da subito hanno cercato di ricostruire con attenzione i momenti dello schianto, cercando di individuare con chiarezza quale dei due uomini si trovasse alla guida. Daddoveri e Cinquini vennero subito sbalzati fuori dall’abitacolo, e se per il primo non ci fu più nulla da fare, l’altro rimase ferito e fu portato all’ospedale di Cisanello. Secondo quanto riferito da un testimone oculare, che si trovava sulla rotonda all’altezza di Valdottavo al momento dell’incidente, il mini van arancione aveva invaso la corsia opposta a quella di marcia e si era scontrato con la Honda station wagon urtando anche contro il suo autotreno e i due occupanti erano stati sbalzati fuori finendo sull’asfalto.

Per l’accusa, alla guida del mezzo c’era proprio Cinquini, mentre per la difesa si trattava di Daddoveri. Lo scorso 18 giugno la prima svolta alla vicenda. A fronte della richiesta del pm del tribunale di Lucca Lucia Rugani di condannare a 2 anni Cinquini, l’uomo è stato assolto per perché non era stato possibile constatare con chiarezza chi dei due si trovasse alla guida. A distanza di quasi un mese, però, il pm ha deciso di fare appello all’assoluzione.

A puntare su questa decisione, una serie di situazioni che non hanno convinto appieno il pm, a partire da alcuni oggetti ritrovati all’interno del mezzo dove si trovavano i due operai e alcune immagini di telecamere di sorveglianza, relative a poco tempo prima dell’incidente.