REDAZIONE LUCCA

Tragedia dell’aliante, forse un errore umano

Qualcosa è andato storto durante la discesa: troppa velocità? Domani le autopsie LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIA

Le due vittime dell'incidente: Leonardo Ambrogetti, 55, Firenze e Stefano Boschi, 34, Pratovecchio

Lucca, 13 agosto 2014 - UN DRAMMATICO incidente. E’ l’ipotesi che si sta facendo sempre più largo fra gli investigatori della Procura di Lucca nell’ambito dell’inchiesta sullincidente aereo di Tassignano avvenuto domenica scorsa. Incidente che, lo ricordiamo, è costato la vita a Leonardo Ambrogetti (55 anni e allenatore di volo acrobatico) e Stefano Boschi (34 anni, pilota con già una gara sulle spalle) entrambi residenti nel fiorentino. Ad oggi non ci sono indagati e — a quanto trapela — il «registro» potrebbe restare vuoto anche in futuro. L’aliante, infatti, ad un primissimo controllo sembra avere le carte pienamente in regola: revisioni effettuate anche di recente, controlli regolari certificati e — cosa importante — un mezzo già «testato» nella stessa mattina dal maestro di volo Ambrogetti. E’ quindi evidente che se il velivolo avesse evidenziato particolari dei problemi, lo stesso Ambrogetti non vi sarebbe certo risalito qualche minuto dopo. Risposte certe sarà possibile averle comunque in tempi relativamente celeri. Nel giro di qualche settimana, infatti, gli investigatori dell’Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo saranno in grado di presentare al sostituto procuratore Salvatore Giannino — che coordina le indagini — una prima relazione. Relazione che potrebbe anche essere sufficiente per chiudere l’inchiesta dal momento che la Procura di Lucca, almeno in questa prima fase, ha deciso di non nominare alcun perito proprio. SLITTANO, intanto, ancora i funerali delle due vittime che si trovano all’obitorio dell’ospedale. Domani mattina il medico legale Stefano Pierotti effettuerà l’autopsia sul corpo di Leonardo Ambrogetti. Ma il Pm Giannino potrebbe decidere di chiedere l’esame necroscopico anche sul corpo di Stefano Boschi. Infatti, non è ben chiaro chi stesse guidando al momento dell’impatto. L’aliante, a quanto sembra, aveva doppi comandi ed è quindi difficile stabilire chi — fra atleta e allenatore — avesse il timone. Anche se la versione ufficiale resta sempre quella del «cedimento strutturale (si è spezzata l’ala sinistra)», si rafforza sempre di più l’ipotesi di un errore umano. Una volta che l’aliante si è sganciato a mille metri d’altezza — scendendo di quota per acquistare velocità — qualcosa potrebbe essere andato storto. Forse l’aliante è sceso troppo velocemente. E così, al momento della cabrata, l’ala potrebbe non aver retto alla pressione, spezzandosi di netto.