Ragazzina morta nell'incendio. Il pm nomina un perito per chiarire il rebus del rogo

Un esperto dovrà far luce sull’innesco che ha causato l’incendio mortale. Per ora l’ipotesi di un cortocircuito prevale su quella di un tizzone del caminetto

Giulia Salotti, 14 anni, insieme al papà Massimiliano

Giulia Salotti, 14 anni, insieme al papà Massimiliano

Lucca, 24 gennaio 2020 -  Restano ancora da chiarire alcuni punti della terribile tragedia che nella notte tra martedì e mercoledì è costata la vita a Giulia Salotti, la ragazzina di 14 anni morta nel rogo dell’abitazione di Socciglia dove viveva con il padre Massimiliano, architetto di 49 anni. Il pm Salvatore Giannino ha incaricato il dottor Stefano Pierotti di eseguire l’autopsia per stabilire le esatte cause della morte e i tempi: il medico legale la effettuerà domattina all’obitorio del Campo di Marte.  

L’ipotesi di fondo è che Giulia, trovata distesa sotto il letto, sia stata uccisa dai fumi letali che ha respirato, dopo essersi svegliata e aver dato il disperato allarme con il cellulare agli zii che abitano proprio accanto. Il pm acquisirà anche i tabulati delle telefonate fatte quella tragica notte per ricostruire nel dettaglio la tempistica. Dopo l’esame sulla salma, il magistrato rilascerà il nulla osta per i funerali, che devono essere ancora fissati e potrebbero dunque slittare a lunedì.  

Intanto il magistrato attende anche la relazione dei vigili del fuoco di Lucca, che torneranno di nuovo a Socciglia sul luogo della tragedia per approfondire alcuni elementi tecnici. Si cerca di capire che cosa abbia innescato il devastante e rapido rogo che ha distrutto l’abitazione trasformandola in una trappola mortale. Il magistrato intende nominare comunque un consulente tecnico, un ingegnere o un chimico, proprio per chiarire questo rebus.  

La tesi prevalente al momento resta quella di un cortocircuito di un elettrodomestico, forse il televisore, mentre avrebbe perso credito quella di un tizzone partito dal caminetto: la struttura è infatti moderna e con l’apposito vetro che, a quanto risulta, è rimasto chiuso. Restano da capire bene i tempi e le modalità con cui sono divampate le fiamme quella maledetta notte. Un vero muro di fuoco che ha impedito al padre di rientrare in casa e che neppure i carabinieri sono riusciti a superare. Solo i vigili del fuoco, dopo un’ora e mezza di intervento per spegnere il rogo, sono potuti entrare con i respiratori e le tute speciali. Ma ormai si trattava solo di recuperare la salma della povera Giulia.  

Intanto il padre Massimiliano è ancora ricoverato in osservazione all’ospedale San Luca per le ustioni riportate alle gambe e alle braccia nel disperato tentativo di entrare nella camera della figlia e salvarla dal rogo. E’ comprensibilmente distrutto, annientato dal dolore, sgomento di fronte a questa sconvolgente tragedia. Ieri ha ricevuto anche la visita di uno psicologo. Non sarà facile per lui uscire da questo incubo. Appena sarà possibile, l’uomo, docente di educazione tecnica alle scuole medie “Trenta“ di Bagni di Lucca, verrà ascoltato dai carabinieri per ricostruire quella notte maledetta. Sotto choc anche la madre Elisabetta Fava, di 47 anni, che è stata dimessa nella giornata di mercoledì dal San Luca. La donna, che è separata dal marito e vive a Lucca, l’altra notte stava correndo in auto a Socciglia, dopo essere stata avvisata per telefono dell’accaduto: completamente sconvolta, è finita fuori strada con la vettura, restando ferita in modo non grave. Anche per lei un dolore insostenibile. che toglie il respiro. Paolo Pacini © RIPRODUZIONE RISERVATA