Tornato con le ossa rotte dallo stadio “Armando Picchi“ di Livorno, il GhiviBorgo si lecca le ferite e pensa alla ripresa del campionato, prevista per domenica 18 febbraio, dato che domenica prossima il torneo è fermo, per l’impegno della rappresentativa di serie D al Torneo Giovanile di Viareggio. Amareggiato, ma realista, l’allenatore dei Colchoneros Nico Lelli, che analizza così la prova dei suoi: "Premesso che il 4 a 1 finale a favore dei labronici è un risultato giusto, dobbiamo vedere la partita nelle sue due fasi, quella fino al 60’ e quella dell’ultima mezz’ora, per capire bene cosa è andato e cosa no".
Si spieghi meglio.
"Detto che il GhiviBorgo cerca sempre il fraseggio e punta al risultato con il gioco palla a terra ed il Livorno imposta molto la sua gara con una difesa arcigna e pronto a fare la differenza in attacco con le sue grandi individualità, la sfida del Picchi è stata dai due volti. Per carità, la mia non è una critica nei confronti degli amaranto, ma si tratta di un dato di fatto, delle caratteristiche principali delle due formazioni. Sta di fatto che i ragazzi hanno approcciato il derby con un certo timore, in molti non erano infatti abituati a giocare in un palcoscenico di altre categorie come quello della stadio labronico. Una volta incassata la rete della svantaggio però, il Ghivi ha iniziato a proporre le proprie trame di gioco, ha pareggiato ed ha pure sfiorato la rete del vantaggio. Mentre lo stadio iniziava a rumoreggiare, visto che il Livorno era un po’ in difficoltà, è arrivato il loro vantaggio, sul filo di lana della prima frazione, su un nostro errore in disimpegno. La squadra non si è però disunita, in avvio di ripresa ha cercato la giusta reazione ma, proprio nel momento cruciale, è arrivata la terza rete del Livorno, un autentico colpo del ko. Dopo il tre a uno infatti, il GhiviBorgo è sparito dal campo. E questo atteggiamento proprio non mi è piaciuto, mi amareggia molto. Non dobbiamo mai mollare nonostante il passivo, un aspetto su cui lavorare per far crescere tutto il gruppo".
Flavio Berlingacci