Il super-green pass non va in hotel “Temiamo più il blocco dei flussi"

I titolari delle attività ricettive non sono spaventati dalle nuove regole, bensì da ulteriori restrizioni. Bonino (Federalberghi): “Periodo nerissimo, la tassazione locale ci aiuti o non so come ne usciremo“

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Finora gli alberghi erano l’unica oasi per i no vax. Ma la clessidra è avviata, le restrizioni da green pass (in versione non “rafforzata“ quindi anche solo con l’esito negativo del tampone) stanno arrivando. Non sarà un duro contraccolpo, stima Confesercenti: “Da un nostro primo sondaggio si parla di un 510% di cancellazioni – osserva l’associazione -. Semmai il problema vero riguarda le presenze straniere che non stanno arrivando e che quindi renderà ancora una volta il turismo legato esclusivamente agli italiani”.

Per Sara Barbieri dell’Hotel La Luna in effetti è una benedizione che ci siano gli italiani. “Ci teniamo a galla con il movimento del fine settimana – dice –, fatto di un turismo fuori porta che resta in città il sabato e la domenica. Se temiamo la novità del green pass? Più che altro il problema è sempre quello dell’impossibilità di programmare, le novità ci piombano sulla testa da un momento all’altro. Da due anni non facciamo altro che correre per adeguarci. Non credo che il green pass farà grande differenza, la fa sicuramente di più la presenza di eventi in città. Anche un semplice mercatino incoraggia i flussi“.

Cristiano Lorenzetti dell’Hotel Ilaria preferisce di principio vedere il bicchiere mezzo pieno: “Relativamente al mese che è stiamo lavorando benino quasi al livello del periodo pre-covid sempre inteso come novembre. Cerchiamo di andare avanti con le nostre gambe: abbiamo qualche inglese, qualche americano principalmente stranieri, con presenze che si concentrano soprattutto nel fine settimana. In parte ci aiuta anche il bonus vacanza che resterà valido fino al 31 dicembre. Anche il turismo commerciale ci sostiene, grazie alla convenzione con le aziende siamo sempre intorno al 70-80 per cento. Il green pass? Non si capisce perchè non ci ha riguardato finora: è una roba universale, se prendi un aereo ce lo devi avere, se vai al ristorante pure“. Qualche disagio in più sarà semmai per i vaccini “stranieri“ non riconosciuti in Italia. “Niente empasse per la novità del passaporto vaccinale. Semmai il nostro timore è quello che rifermino i flussi – sottolinea Pietro Bonino, presidente Federalberghi di Confcommercio – . Preferisco perdere una camera per il green pass che chiudere. Anche perchè un nuovo lockdown ci sorprenderebbe a ruote sgonfie, senza scorte e con il fiato corto. Qui non ci si fa a finire l’anno, a pagare affitti, stipendi, tasse e bollette, quest’ultime schizzate alle stelle. Sistema Ambiente, Gesam e Geal dovrebbero trovare un modo per venire incontro alla nostra categoria, una di quelle che è stata più a lungo in forte sofferenza. Il Comune parla anche di ripristinare la tassa di soggiorno: è vero, è una partita di giro, ma diventa sale sulle ferite“.

Laura Sartini