REDAZIONE LUCCA

”Il poeta rimprovera Lucca di essere morbosamente attaccata al denaro”

Annalisa Marraccini, guida turistica e autrice del libro, ricostruisce il non facile rapporto tra Dante e la nostra città

Gentucca. Gli anziani di Santa Zita. Bonturo Dati. Il Santo Volto. Città di barattieri. E poi, quel noto "monte per che i Pisan veder Lucca non ponno". I riferimenti a Lucca di Dante Alighieri nella sua Divina Commedia non mancano di certo, per quanto molto spesso non siano lusinghieri per gli abitanti della città: a rendere sistematico lo studio su Lucca e Dante ci ha pensato una giovane guida turistica fiorentina che per Pacini Fazzi Editore ha dato alle stampe "Lucca all’inferno" che sarà acquistabile anche con il nostro giornale.

Annalisa Marraccini, giovane guida turistica, è al suo primo libro.

"L’idea è nata sviluppando da tempo i tour su Lucca e la presenza di Dante in città. Ho sviluppato i miei appunti e li ho proposti a Francesca Fazzi che ha subito sposato il progetto. Il 2021 è l’anno di Dante e mi è parso giusto mandarlo in stampa ora, viene consegnato proprio in questi giorni".

Dante e Lucca: ce ne parla?

"Le tracce ci sono e ci portano al 1308, quando alcuni documenti certificano che il figlio era in città e con ogni probabilità in compagnia del poeta, che l’anno successivo dovette comunque abbandonare Lucca per l’editto che imponeva l’allontanamento dei guelfi bianchi".

Lucca è più volte citata nei canti dell’Inferno.

"Sì, e con essa alcuni personaggi della città come il poeta Bonagiunta Orbicciani, Bonturo Dati, Alessio Antelminelli: tanti nomi che Dante non presenta certo bene".

Il giudizio sulla città pare essere negativo.

"Dante rimproverava a Lucca di essere una città di barattieri, morbosamente attaccata al denaro".

Perché proprio un libro su Dante e Lucca visto che altrove ci sono più tracce?

"Perché non c’era, perché meritava di essere descritto questo rapporto e perché mi sto trasferendo a Lucca: come Dante con Gentucca ho trovato la mia metà qui. Credo sia un libro che può aiutare a avvicinarsi alla Divina Commedia che è un’opera che spalanca un mondo: Dante è stato geniale".

Nel suo giro turistico quante sono le tappe dedicate a Dante in città?

"Otto, da piazza Anfiteatro a San Martino che hanno alcuni rimandi danteschi, ovviamente passando da canto d’arco in via Fillungo dove è affissa la targa che ricorda il passaggio di Dante in città. Ci sarebbe da inserire anche il passo di Dante sui monti che vanno verso Pisa il cui cippo mi dicono non sia in buono stato: nell’anno delle celebrazioni dantesche sarebbe bello venisse recuperato".

Quanto è difficile essere guida turistica al tempo della pandemia?

"Molto, credo che per venire fuori servirà tempo e anche fortuna. Personalmente lavoro soprattutto con italiani e dunque la crisi l’ho avvertita molto dall’inverno, ma tanti colleghi hanno e stanno abbandonando, perché sono allo stremo".

Fabrizio Vincenti