L’udienza si è aperta con una dichiarazione spontanea di Edoardo Bernkopf, papà di Sofia.
"Ringrazio il Signor Giudice di consentirmi questa dichiarazione spontanea, perchè sento il bisogno di dire che mi dispiace avere come controparte anche il giovane bagnino Thomas Bianchi, l’unico fra gli imputati ad aver dimostrato sincera partecipazione al nostro dolore. Nel corso del processo ci è apparso chiaro che le condizioni di lavoro nelle quali i responsabili della Finanziaria Dante, proprietaria del bagno Texas, lo facevano operare gli rendevano di fatto difficile, se non impossibile, assolvere adeguatamente i compiti e le responsabilità che il suo lavoro comporta in tema di sicurezza. Però, nonostante la sua autorevolissima difesa, rischia di fare da capro espiatorio di responsabilità di altri. Il processo farà il suo corso, ma desidero si sappia fin d’ora che per la quota di responsabilità che dovesse essergli ascritta, la famiglia di Sofia lo ha perdonato".
"Anche i reperti autoptici hanno confermato l’andamento dei tragici fatti - aggiunge la mamma della bimba, Vanna Broia Bernkopf- . L’emorragia dei bulbi piliferi e gli ematomi riscontrati sulla sua testa sembrano raccontare gli inutili tentativi di Sofia di liberarsi dall’intrappolamento dei sui capelli nella bocchetta di aspirazione, prima che intervenisse lo shock anossico con svenimento, che in quelle condizioni di agitazione e paura avviene molto presto “improvvisamente e repentinamente” come avevano confermato i Periti. “è questa forse l’unica nostra consolazione”: che la sofferenza della nostra Sofia sia durata solo pochi istanti".
La famiglia Bernkopf non si dà ancora pace pr la noncuranza dimostrata dalla proprietà dell’allora Bagno Texas in ordine al rispetto delle norme di sicurezza.
ia.na.