MAURIZIO GUCCIONE
Cronaca

Il nuovo romanzo di Pardini: "Vi racconto i miei briganti"

Da poco in libreria, “Il valico dei briganti” (Vallecchi) è già un successo "Vicende da interpretare anche come una forma di riscatto sociale".

Il nuovo romanzo di Pardini: "Vi racconto i miei briganti"

Il nuovo romanzo di Pardini: "Vi racconto i miei briganti"

Da poco in libreria, il nuovo romanzo di Vincenzo Pardini “Il valico dei briganti” (Vallecchi, pagg. 272, 18 euro) ha già riscosso un bel successo. Da parte di lettori e critica, il nuovo libro di Pardini – storico collaboratore de La Nazione e delle riviste Paragone e Nuovi Argomenti – è stato accolto come un lavoro di grande respiro, che scava nella storia dei nostri luoghi, in un ambito particolare, quello del brigantaggio, attraverso due personaggi: Vlademaro Taddei e l’ormai inossidabile Jodo Cartamigli che Pardini ci ha abituato a seguire. Pardini non è nuovo al successo, testimoniato peraltro dalla recente introduzione del suo nome nel sito della Treccani.it per la sua scrittura limpida. A Vincenzo, titolare sul nostro giornale della rubrica “L’opinione”, abbiamo posto alcune domande.

Dove ci porta questo libro?

"È una storia tratta dal brigantaggio dell’Ottocento che, dalle nostre parti, imperava nella zona di Bagni di Lucca; il personaggio Vlademaro Taddei, parte proprio da questa località diretto in America in cerca di fortuna, accompagnato dal suo amico e compaesano Jodo Cartamigli".

Come si dipana il racconto?

"Lo spunto parte da quello che ho appena detto, nel 1845 con il codice Napoleonico i briganti venivano decapitati, e così avvenne a Lucca per 5 dei 7 briganti; ho trasfigurato tutto cambiando il nome a chi si dette alla macchia, Taddei appunto, tradendo il compagno di fortuna Cartamigli; Taddei che dapprima lavora in un ranch in America con il suo amico, passa dalla parte dei banditi e con il frutto dei bottini, torna al suo paese natale mettendosi in testa a una banda".

Che cosa differenzia questa storia da altre che ha scritto?

"Partendo da un fatto storico, ho avuto modo di interpretare la psicologia umana in ambito criminale: Taddei è un personaggio molto mimetico e mi sono accorto che questa storia, basata appunto sul brigantaggio, accomuna diversi luoghi del nostro Paese; per questo andrebbe riscoperta, perché se pensiamo al sud Italia, ma anche alla nostra Maremma, vediamo che va a interpretare una forma di riscatto sociale nata, spesso, per combattere le ingiustizie; è dunque una necessità nobile di contrapposizione al potere, si pensi per esempio ai soprusi del latifondismo".

Sembra una tipica storia americana, quando si andava a cercare fortuna...

"Non ho attinto ai fatti noti e più conosciuti anche dalla filmografia, il mio è un lavoro che parte da storie che mi sono state raccontate da emigrati, la memoria che si tramanda fatta spesso di leggenda che io preferisco alla storia, spesso piena di bugie che piegano la verità dei fatti al volere di chi ha bisogno di fare credere qualcosa di comodo".

Pardini non fa mistero del suo spirito critico; è uomo senza padroni, ha una visuale sul mondo che passa dall’utilizzo della lingua che egli stesso “piega” in forma rafforzativa. È uno scrittore sincero, che preferisce raccontare anziché raccontarsi: e Cesare Garboli, per questo, di lui ebbe a dire che "Pardini scrive come si soffre, si rantola, si stupra, si graffia, si morde". Insomma, uno scrittore autentico.