ANTONIA CASINI
Cronaca

Il monologo di Seung: "Capovani amica di Putin". Ma poi in aula non parla

Il 36enne in carcere per il delitto della psichiatra si sofferma con i giornalisti. Il detenuto testimone della difesa non c’è: "Non dico nulla davanti ai giudici". .

Il monologo di Seung: "Capovani amica di Putin". Ma poi in aula non parla

Maglietta a maniche corte beige, rasato, a tratti sorridente, con in mano una pila di cartelline. Gianluca Paul Seung, il 36enne di Torre del Lago accusato di aver massacrato con una sorta di bastone e ucciso la dottoressa Barbara Capovani, responsabile dell’Spdc, la psichiatria territoriale pisana, ha parlato ai giornalisti all’entrata e all’uscita del Tribunale. Discorsi senza un senso - "strategia" per alcuni - che mettono insieme Putin, il Coronavirus, la vittima stessa, Capovani, e Giulia Cecchettin, la studentessa ammazzata dal suo ex fidanzato. "Il segnalatore di Matteo Messina Denaro, quello che ha salvato tutti dal Covid e dal bombardamento di Putin: mi stanno trattando così".

Poi le frasi contro la professionista pisana che suonano come una sorta di confessione. "Barbara Capovani era parente di Putin, sono fratellastri. Hanno organizzato un sacco di contrabbando, tra cui minori rapiti, e parecchi omicidi che vedete in tv. Anche Giulia Cecchettin l’hanno ammazzata la famiglia sua". Sul suo silenzio in aula. "Non ha potuto parlare un testimone e senza testimoni, che confermano quello che ha fatto Capovani con tutto il contrabbando che faceva, io non parlo". "Stai facendo il pazzo a posta?", chiede uno dei cronisti presenti. "Senza testimoni non parlo", ribadisce lui mentre viene caricarto dagli agenti sul mezzo della penitenziaria. Il riferimento è a un detenuto conosciuto nel carcere di Livorno: era stato convocato come testimone della difesa ma per un problema tecnico non è potuto comparire.

L’imputato, una volta in Tribunale, davanti alla Corte d’assise e le parti civili, la famiglia della psichiatra è tutelata dall’avvocato Stefano Del Corso, decide di non dire una parola nonostante avesse annunciato di voler rendere spontanee dichiarazioni. In aula, tra il pubblico, c’è anche lo zio, fratello della madre, Silvio Nicola Ciniglio, già ascoltato nell’udienza scorsa. "Ci tiene alle sue idee – spiega a margine – speriamo che i giudici lo ascoltino". E ripete la sua teoria: "Quando fu accusato di violenza sessuale e finì in carcere si è rovinato con le cattive compagnie".

"Ci aveva detto – spiegano i suoi legali, gli avvocati Andrea Pieri e Gabriele Parrini – che avrebbe reso spontanee dichiarazioni solo se fosse comparso un suo compagno di cella che oggi per un disguido non è potuto venire. Lo farà il 17 luglio. Ma non si può sapere che cosa dirà". E chissà che cosa accadrà di nuovo.

Ha collaborato Mario Ferrari