E’ approdata ieri davanti al gup di Firenze, Gianluca Mancuso, la vicenda del presunto inquinamento con il pulper di cartiera che coinvolge alcune grosse aziende lucchesi, nell’ambito di una maxi indagine della Dda scattata oltre quattro anni fa. Il gup ha deciso il non luogo a procedere "per non aver commesso il fatto" per i Cda di Lucart e Industria Cartaria Pieretti, Carmelina Pieretti, Tiziano Pieretti, Guido Pasquini, Sandro Pasquini, Alessandro Pasquini, Massimo Innocenti, Guido Carissimo, nonché, per prescrizione di un capo di imputazione, per Giulia Fornaciari, Mariano Fornaciari, Martino Fornaciari, Alfredo Torre e Giuseppe Piccini.
A giudizio il 17 marzo 2021 davanti al tribunale di Pistoia andranno invece l’Ad Lucart Massimo Pasquini, l’incaricato della gestione dei rifiuti Lucart, Paolo Luigi Romanini, il direttore industriale Italia Daniele Nori, i direttori dello stabilimento di Porcari Maurizio Giordano e Pierluigi Della Monica e quello della fabbrica di Diecimo, Roberto Benzi. Per la ICP, Graziano Pieretti e Luisiano Pieretti.
"Oggi è per noi una giornata importante – commentano dalla Lucart – perché dopo oltre 4 anni di attesa, possiamo iniziare a celebrare il primo traguardo di questa assurda vicenda con il proscioglimento da parte del gup di tutti i consiglieri di amministrazione del gruppo e del nostro ex direttore commerciale. Se già in sede di udienza preliminare è stata demolita la prima ipotesi di accusa, siamo certi che la verità salterà presto a galla e che saremo presto in grado di demolire l’intera ipotesi accusatoria. Le contestazioni della procura di Firenze, infatti, hanno tutte carattere di natura tecnica e sono riferite a un fatto singolare: aver gestito lo scarto generato dai processi di riciclo della carta (pulper) e dai fanghi di lavorazione attribuendo codici identificativi identici a quelli indicati da qualsiasi altra azienda cartaria italiana".
Secondo Lucart, questa procedura avviene in tutta Italia. "Procedure identiche – aggiungono – coerenti con la normativa in materia ambientale. Siamo la prima azienda del nostro distretto a cui è stato contestato che, dopo decenni di controlli da parte dell’Arpat, che non ha mai rilevato alcuna violazione di legge nella gestione del rifiuto, lo scarto pulper (composto da frammenti di legno, carta, plastica, stoffa, e altro) sarebbe un rifiuto pericoloso. Il paradosso per Lucart, che da anni ha reso la sostenibilità e l’economia circolare centrali nella propria strategia, è di essere protagonista involontaria di una situazione che sembra mirata a spingere tutto il settore, e forse anche il Parlamento, a compiere passi indietro rispetto agli importanti progressi fatti dall’industria cartaria in chiave ambientale. Siamo sicuri che in sede di dibattimento l’ipotesi accusatoria, che oggi ha subito un importante ridimensionamento, sarà definitivamente smontata".
Paolo Pacini