
Due persone devastate e straziate da eventi difficili solo da immaginare, figuriamoci da sopportare nella realtà. Nicola Fontana, 30 anni, dipendente di McDonald’s a Lucca, residente alla periferia della cittadina del Tau, arriva intorno alle 15.20. Il triste ed ingrato compito delle forze dell’ordine è anche quello di informare su queste tragiche notizie.
Il giovane, appreso quanto avvenuto, quasi si accascia, ci sono diverse persone che lo sorreggono, sta per cadere, lo mettono a sedere sulla vettura con cui è arrivato. Amici, parenti e conoscenti lo rincuorano. "Non è possibile - continua a ripetere - come può essere accaduto?". Nicola, sposato, una figlia, è impietrito dal dolore. Non riesce a capacitarsi come dei normali litigi fra moglie e marito possano essere degenerati in questo modo. Chiede lumi, ma il peso dello strazio è enorme.
I parenti fanno scudo per cercare di proteggerlo, anche gli sguardi delle forze dell’ordine sono comprensivi. Qualcuno gli porta una sedia. Successivamente arriva la sorella, l’altra figlia, Maria Teresa, 27 anni, la mamma delle due gemelline di pochi mesi che si trovavano in giardino nel momento in cui si è raggiunto l’apice della tragedia di origine passionale.
La ragazza accusa un lieve malore nel momento in cui ha la certezza e la piena conferma di quanto verificatosi fra le mura di casa. La fanno sedere, le portano un bicchiere d’acqua per ristorarla, ma lei è irremovibile: "Voglio vedere mia madre, portatemi da lei, dove si trova?". E poi ancora: "Mio padre non la doveva toccare, perché è andata così? Perché è successo?". Viene trattenuta a stento ed accompagnata a sedersi sul marciapiede di fronte, dove si è assiepata molta gente. Tutti conoscevano la famiglia.
Ripete come un mantra che vuole vedere la madre. Intanto nella villetta è arrivata la scientifica, mentre il medico legale sta eseguendo i riscontri esterni sul cadavere. Si pensa di chiamare di nuovo l’ambulanza (dopo quella che era giunta per tentare di salvare Maria Carmina) anche solo per precauzione, magari soltanto per calmare la giovane, schiacciata da un macigno. Alcuni parenti la confortano. Nicola, stretto nel dolore, Teresa che invoca continuamente la madre.
Due modi forse diversi, ma ugualmente pieni di angoscia, per due ragazzi che hanno visto distrutta una famiglia. I vicini cercano di dare una mano. Arriveranno altri parenti per aiutare a superare questo momento. Intanto il movente appare sullo sfondo, con la gelosia e i contorni della tragedia deflagrata a livello passionale.
Eppure la routine quotidiana aveva in un certo senso anestetizzato il disagio dell’uomo. Lo definivano tranquillo, ma quando si chiude la porta e gli altri rimangono fuori, comincia una storia diversa.
Massimo Stefanini