
Il sindaco di Bagni di Lucca, Paolo Michelini
Terreni del Demidoff, situazione sanata, ma a quale prezzo? Risolta dal Comune una questione dagli intricati risvolti legali e contabili, riguardante una nuova struttura realizzata dall’ente pubblico ed affidata al Villaggio Globale a ridosso dello stabilimento Demidoff. Gran parte del nuovo edificio, di proprietà comunale, risultava costruito su terreni privati appartenenti a Villa San Pio X, una struttura ricettiva di proprietà di un ordine di religiose, che lo ha gestito per anni come casa per ferie e soggiorni climatici.
Lo aveva rilevato il Tribunale di Lucca, nell’ambito del fallimento di Villa San Pio, sopraggiunto nel frattempo, essendo il terreno in questione oggetto di procedura esecutiva. Benché sindaco e giunta si fossero dichiarati direttamente estranei alla vicenda, la questione tuttavia era sul tappeto e forzatamente l’attuale amministrazione termale era stata a chiamata a sanare la complicata posizione, di cui già si stava interessando anche la Corte dei Conti che ha ricevuto gli atti dalla magistratura.
Ieri nel corso della conferenza stampa tenuta dal sindaco, Paolo Michelini, nella sala consiliare, insieme all’assessora al termalismo Priscilla Valentino, all’assessore al patrimonio Gianluca Priori e al consigliere delegato Silvano Salotti, è stato comunicato che la questione era stato risolto a beneficio del Comune, che ha acquistato all’asta, a pieno titolo, i terreni oggetto del contendere. Il problema, tuttavia, è sorto all’atto dell’asta pubblica indetta dal Tribunale, con base d’asta fissata a 16.500 euro, che ha visto lievitarne l’offerta, avanzata da soggetti privati, partecipanti alla vendita all’incanto, dei quali non è dato sapere le generalità, fino a 55mila euro.
L’amministrazione ha dovuto quindi far viso a cattivo gioco, aggiudicandosi l’asta pur dovendo sborsare una cifra molto più alta di quella prevista. "Si tratta di una sconfitta – ha detto il primo cittadino – perché ci siamo trovati a pagare una somma esorbitante rispetto a quanto avevamo preventivato. Le offerte nel corso dell’asta sono lievitate imprevedibilmente e siamo stati costretti a chiudere comunque l’acquisto dei terreni anche per evitare un danno erariale". Marco Nicoli