Il commercio lancia l’asso “Black Friday“ da asporto

Sconti e ordini anche online con consegne gratuite super-sprint, entro un’ora. La formula anti-Amazon di Federico Lanza, proprietario de Il Panda calzature

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Il Black Friday a domicilio – con consegna gratuita – avanza, silenzioso e tenace. Anche Il Panda, storico negozio di calzature con più punti vendita all’attivo, anche a porte chiuse si organizza e arriva dove il cliente chiede. “E con consegna spedita, ci basta un’ora, a prova di Amazon – informa il proprietario, Federico Lanza – Lanciamo gli sconti per qualche giorno anche a negozio chiuso. Se è un gioco al massacro? Forse, ma non si può far diversamente con i competitor online che avanzano, e furgoni ’Amazon’ che imperversano in centro storico e non solo. Tra l’altro viene da chiedersi quanto inquinamento ne discende se per ogni singolo acquisto si muove un furgone“. Riflessione non di secondo piano in una città spesso stretta nella morsa dello smog. “In questi giorni cerchiamo di essere operativi, con numero telefonico dedicato, ricca gallery dei prodotti sui canali social e con i contatti con il cliente anche in videochiamata – fa sapere Lanza – Si consegna gratuitamente in modo sprint, anche in un’ora o al massimo due, a seconda della distanza, e con possibilità di cambiare la merce. Un po’ di movimento c’è, ma da qui al “lavoro“ vero ci passa un abisso. Bisogna accontentarsi, e intanto ci si organizza per la riapertura in vista del Natale, a dita incrociate“. Quindi, nonostante i mille salti carpiati per sopravvivere all’ondata nera, i negozi lucchesi anche quest’anno lanciano gli sconti del Black Friday.

“Sono gli obblighi che discendono dall’evoluzione dei consumi, dettati dai grandi gruppi che operano online: o ti adegui o resti schiacciato – spiega Lanza – Francamente non condivido la politica delle promozioni in linea generale, ma è ciò che si deve subire anche in condizioni normali. E anche ora, che normali non lo sono, non possiamo sottrarci“. A Federico Lanza facciamo anche una domanda in veste di presidente di Federmoda. Confcommercio ha lanciato lo sciopero fiscale, la sensazione è che ci sia adesione nel suo settore? "Questa è una iniziativa presa in base a elementi drammaticamente oggettivi. Le aziende sono al collasso, è necessario stabilire delle priorità, perché non riusciamo a far fronte a tutti gli impegni e il primo, quello che più ci sta a cuore, è quello nei confronti dei nostri dipendenti, visto e considerato, per esempio, che la cassa integrazione a novembre è arrivata in modo parziale".

"Abbiamo sulle spalle fornitori, affitti, bollette, stipendi, tasse – sottolinea Lanza – Gli aiuti non sono arrivati, oppure sono planati con sviste clamorose. Ad esempio nel primo decreto ristori il comparto calzature non era stato contemplato, oggi invece sono i settori maglieria e camicie gli esclusi. Lo sciopero fiscale è un’ estrema ratio. Si congelano alcuni pagamenti per far fronte, ad esempio, a quelli dei dipendenti. Per questo ci risulta difficile comprendere la contrarietà della Cgil". "Si dovrebbe riflettere sul fatto che quando un’attività alza bandiera bianca – e inviterei a notare i cartelli di affitto e vendesi che stanno spuntando sulle vetrine anche nella nostra città – la società poi in qualche modo se ne deve far carico. Qualcuno – aggiunge – è rimasto legato all’idea preconcetta, e da alcuni decenni del tutto scollegata dalla realtà, del commerciante come figura privilegiata che se ne sta sereno al reparto “riscossione“. Non è così. I commercianti oggi sono lavoratori che si spendono totalmente e da ogni punto di vista nella propria attività".

Laura Sartini