DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Il calzolaio ha chiuso per sempre

Dopo 73 anni di attività Giuliano Bartolomei si è ritirato: "Troppe spese". Un mestiere che scompare

di Daniele Masseglia

Oltre 70 anni passati a rifinire suole e aggiustare tacchi, immerso in un locale microscopico per dimensioni ma gigantesco per storia e importanza. Il ritiro dalle scene di Giuliano Bartolomei, mitico calzolaio di vicolo San Biagio, era già stato annunciato nel 2016, ma l’attaccamento a uno degli ultimi mestieri ormai rimasti ha prevalso sulle primavere che avanzavano. Fino a una settimana fa, quando Bartolomei ha fatto due conti decidendo di chiudere, stavolta per sempre, la bottega in cui si sono servite intere generazioni di pietrasantini.

"Ho 88 anni, di cui 73 dedicati a questo lavoro – racconta – e al di là della stanchezza fisica non ce la faccio più nemmeno con le spese, le bollette, il ragioniere. Ho lavorato anche fino a mezzanotte: chiudo a malincuore ma si sta facendo tutto più pesante, dovevo farlo". Nato a Seravezza, cresciuto a Pietrasanta e finito a Forte dei Marmi dopo il servizio militare e il successivo matrimonio (sua moglie è scomparsa otto anni fa), Bartolomei è un “highlander“, una merce rara, un pezzo di storia probabilmente irripetibile. Si era fatto le ossa, giovanissimo, in una bottega di via Stagi, per poi lavorare a Forte dei Marmi e tornare a Pietrasanta più di 30 anni fa affiggendo il cartello “Calzolaio“ all’esterno di quell’affascinante bugigattolo di 21 metri quadri, inserito dal Comune nel piano alienazioni per il prossimo triennio al prezzo di 65mila euro. Alla domanda "chi prenderà il suo posto?" nessuno è in grado di rispondere, nemmeno lui. "Questo mestiere non lo fa più nessuno. Ci vogliono soldi, passione, voglia di imparare – prosegue – e un’affidabilità che agli occhi degli altri ti fa diventare un punto di riferimento. Ma i tempi sono cambiati: una volta si riparava con il cuoio e altri materiali, ora in pochi minuti incollano la plastica e tanti saluti. I giovani studiano e hanno altri pensieri, per questo gli antichi mestieri scompariranno. Non sanno adattarsi, ma si lamentano perché non c’è lavoro. Dovrebbero insegnargli che ce n’è di belli e di brutti, e che ogni lavoro regala gioie e dolori. Io dico che è meglio fare il calzolaio che non fare niente. Ora mi chamano per qualche lavoretto, altrimenti mi dedico al giardino, non ci riesco a non far nulla. I materiali? Li ho conservati in una stanzetta, ogni tanto me li riguardo, ci sono ferretti per rifinire le suole che hanno cent’anni". Altri tempi: grazie Giuliano.