
L’opera del soprano di Pieve di Compito sta riscuotendo interesse e questa mattina viene messa in scena in forma di performance all’auditorium di San Romano per gli studenti delle superiori .
Stamani all’Auditorium di San Romano, dalle 10 alle 12, 350 studenti e studentesse delle scuole superiori della provincia, assisteranno alla rappresentazione del poema sinfonico tratto dall’ultimo romanzo di Paola Massoni dal titolo “Sinfonia di un bosco in rivolta” (Transeuropa edizioni). Massoni è una soprano lirico e pop che abita a Colle di Compito; una laurea in canto e discipline musicali e ancora in lettere moderne ad indirizzo storico-musicale e in pianoforte, insegna nelle scuole superiori. Autrice teatrale, ha fondato ed è presidente dell’associazione Kalliope. Il romanzo sta ricevendo recensioni positive dalla stampa nazionale, confermandosi come un’opera originale e profonda. Prenderanno parte all’evento l’attore Paolo Giommarelli, ricercatori del Cnr di Pisa e rappresentanti di Italia Nostra e ancora le danzatrici e la coreografa Flavia Bucciero, insieme a rappresentanti della Fondazione Bml di Lucca e dell’ufficio scolastico interprovinciale di Lucca e Massa Carrara. A Paola Massoni abbiamo chiesto di raccontarci l’essenza di questo lavoro.
Partiamo dal titolo, qual è il messaggio che suggerisce?
"Ci fa capire come la realtà sia complessa; il libro sottintende che non tutto è come appare: la sinfonia, per esempio, rimanda alla musica che è una metafora ma anche musica vera; la protagonista, Yuma, impara a suonare con uno strumento costruito dal nonno “Albertino” che è un falegname, non un liutaio; musica come la metafora di coralità e polifonia, con personaggi alla ricerca del dialogo perché vi è l’esigenza di tornare a confrontarci".
Nel romanzo la natura si intreccia anche con i ricordi e i sentimenti: c’è qualcosa di autobiografico?
"Non lo è ma ci sono evocazioni autobiografiche; il bosco è un luogo che fa parte della mia infanzia e del mio profondo; in questo bosco si capisce che ho vissuto storie particolari, per questo l’autobiografia sta proprio nella mia infanzia".
L’ambientazione è idealmente Toscana e i suoi personaggi riportano alla mitologia greca, da Tiresia alle Ninfe ma anche Archimede e Galileo: perché questa costruzione?
"Ci sono dei nomi che rievocano questi luoghi; anche i personaggi di animali e piante hanno nomi antichi, depositari di una conoscenza che riguarda il legame con la natura; gli uomini, invece, hanno nomi un po’ buffi, sono persone normali: non ci sono supereroi ma uomini comuni che vogliono fare la loro parte per migliorare l’ambiente dove vivono".
C’è chi parla dell’opera come di un romanzo per ragazzi, ma troviamo anche la vena profonda ambientalista e poi, naturalmente, la musica e i diritti civili: come definirebbe il libro?
"Una fiaba contemporanea per i più piccoli ma anche per grandi perché ci sono tanti livelli di lettura, riferimenti velati ad altre opere letterarie che ciascuno di noi, spesso, porta con sé".
Nelle pagine troviamo personaggi con nomi familiari che suggeriscono una sua radice importante e identitaria, è così?
"Anche il tema dell’identità e delle proprie radici è fortissimo; scrivere questo libro è stato come farle rivivere; ci sono persone scomparse da tanto tempo, come il mio nonno Albertino e altre venute a mancare di recente; inoltre, persone che incontro tutti i giorni alle quali, regalare il mio libro, ha fatto un immenso piacere; mio nonno, poi, da quando è scomparso è diventato veramente un personaggio in grado di trasmettermi un’emozione veramente grande".