“I reperti resteranno visibili“

Alla fine tutto ciò che resterà visibile di quanto ritrovato durante gli scavi saranno i reperti rinvenuti, accompagnati da pannelli esplicativi. Quindi un rosario con i grani in legno e anelli di bronzo, mantenuto grazie all’ambiente particolarmente umido, e frammenti di splendide ceramiche decorate risalenti al IV secolo Dopo Cristi, in più le medagliette votive tra cui una che riporta l’immagine di Carlo Borromeo, fibbie in bronzo e forse anche i crocifissi in ferro. E, naturalmente, anche la lastra con l’iscrizione della madre superiora, suor Petronilla Guinigi, appartenente alla potente famiglia lucchese che ebbe anche un importante ruolo politico a Lucca all’inizio del 1400. Non le ossa rinvenute nella zona delle sepolture, tre stanze di cui per ora ne è stata esplorata soltanto una, con i resti delle monache del convento. In generale la maggior parte dei ritrovamenti va riferita al complesso conventuale di San Nicolao, documentato all’interno delle mura medievali fin dal XII-XIII secolo. Lo scavo archeologico, infatti, ha riportato alla luce le strutture del primo nucleo del convento, riferibili agli edifici donati dalla potente famiglia lucchese dei Busdraghi alle agostiniane di Santa Maria della Croce.