Questa volta a scriverci contro i prospettati tagli alle future classi sono gli insegnanti del Liceo delle Scienze Umane "M.A. Paladini", in particolare Renata Avanzinelli, Donatella Batistoni, Sara Benzi, Nicola Cosentino, Nunzia Cotrufo, Elia De Pasqualeì, Gessica Ferretti, Natalie Fry, Antonio Giannecchini, Valerio Giannini, Alessandro Giannoni, Manola Giometti, Claudia Giorgi, Luca Lera, Jacopo Lucchesi,
Marco Luchini, Gina Melai, Aldo Merola, Marina Montauti, Daniela Paolinelli, Gaia Picone, Alessio Rovai, Lisa Sabò, Silvia Scatena, Alessia Terrusi, Alessandro Tiberio, Samuele Traviganti,
Annalisa Zungri.
“Ancora una volta è arrivato giugno e a giugno è tempo di tagliare… Tagliare classi, ovviamente – così i prof – classi (anche, ma non solo) del Liceo delle Scienze Umane Paladini di Lucca. Come già l’anno scorso siamo di nuovo a commentare e a biasimare una politica scolastica a dir poco contraddittoria. I conti devono tornare: X alunni totali fratto Y alunni per classe fa Z, dove Z = al numero di classi terze che – bontà dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana e dell’Ufficio scolastico provinciale, ovviamente in esecuzione di direttive ministeriali – potremo avere l’anno prossimo. Poco importa se dovremo sopprimere smembrare una classe seconda e ricollocarne gli alunni. C’è chi dice: “In fin dei conti in seconda liceo si chiude il ciclo del biennio ed è normale cambiare professori e compagni. Quante volte è già successo e quante volte accadrà ancora”.
“E in effetti è vero - continua la lettera –: è già successo. Ma è anche vero che il cosiddetto ciclo che questi ragazzi stanno concludendo non è stato proprio normale, ordinario: dopo la terza media di fatto interrotta a metà dal covid, dopo la prima liceo segnata anch’essa dall’isolamento della dad, solo in questo secondo anno i ragazzi hanno cominciato a conoscersi, con difficoltà, perché disabituati alla socializzazione. Senza considerare i noti problemi legati alle particolari condizioni della nostra scuola, letteralmente accampata in un parcheggio, dentro container e o in ambienti nati non certo per accogliere aule scolastiche.“.