Gli scontrini come metafora della memoria

A tu per tu con Camilla Gurgone, lucchese che espone alla Biennale Cartasia: "Una bella esperienza per mettere in mostra il proprio talento"

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I classici scontrini fiscali che ogni giorno ci ritroviamo nelle tasche o nei portafogli dove li mettiamo distrattamente. E’ la carta termica, che ci viene raccomandato di fotocopiare per le ricevute che devono assolvere funzioni importanti perché, notoriamente, dopo un paio di anni, si deteriora. Lei li trasforma in una metafora della memoria infatti la sua creazione si chiama “Easy and effective“, facile ed efficace.

Camilla Gurgone, 24 anni di Lucca, con studi all’Accademia delle Belle Arti, estrinseca la sua creatività a Cartasia, il più grande evento al mondo di Arte e Architettura estrinsecata con questo materiale che diventa strumento di arte, design, architettura e creatività. La Biennale nasce nella città che rappresenta il primo distretto cartario in Europa. Qui la carta è il mezzo espressivo che sposa l’innovazione e l’avanguardia artistica.

"Gli scontrini dopo un certo periodo di tempo è come se svanissero - commenta Camilla Gurgone - attraverso una stampante ad hoc, ci scrivo testi di quotidianità e invento un gioco per cui ognuno riscrive i propri circuiti dei ricordi, cancellando quelli brutti o i vari traumi. Ognuno diventa artefice della propria memoria, dove ritroviamo solo le percezioni di belle esperienze, rimuovendo i cattivi pensieri. Naturalmente - spiega l’artista - è un fattore virtuale, un meccanismo che il percorso artistico immagina. Non sarà così, ma l’essenza della mia installazione è questa. Per terra troviamo infatti anche elettrodomestici di uso comune, ad esempio le piastre per capelli. "Creare una normalità e una quotidianità positiva, un mondo ideale che ci rassicura contro i timori esistenziali e con l’anelito utopistico di vivere solo situazioni belle. Del resto - va avanti - uno dei temi di questa edizione era la paura e il desiderio".

Come mai secondo lei, questa massiccia e preponderante presenza femminile?

"Premesso che ci sono uomini che lavorano benissimo la carta, forse per questo materiale la manualità femminile è più portata a modellare che non, ad esempio ad usare la forza. L’uomo è più portato verso elementi duri, come il legno, forse è anche un fattore antropologico. Inoltre, molto più concretamente, in questa manifestazione c’è una massiccia presenza femminile nipponica, con il Giappone che la fa da padrone".

La sua arte è diventata un lavoro?

"Sì, dalla carta termica ricavo anche oggetti in ceramica, faccio la libera professionista, ma continuo a studiare, le opportunità per il momento non mancano, esporrò a breve a Milano, poi a Genova".

Lei è originaria di Lucca, come vede la città artisticamente parlando?

"Viva e presente, in vari ambiti".

Cartasia è una vetrina importante?

"Certamente, una bella finestra che si distingue dai Comics e una iniziativa ben organizzata. Forse più adatta gli artisti outdoor, diciamo, che arrivano da fuori, ma una bella esperienza per mettere in mostra il proprio talento".

Massimo Stefanini