LUCA GALEOTTI
Cronaca

In mille per l'addio a Guelfo Marcucci

Commozione e grande partecipazione ai funerali a Castelvecchio

Il funerale di Guelfo Marcucci (foto Borghesi)

Lucca, 13 dicembre 2015 - Di fronte alla morte siamo tutti uguali, ma è indubbio che la morte e quindi le esequie di Guelfo Marcucci, svoltesi oggi pomeriggio nel piccolo cimitero di Castelvecchio Pascoli, da tutti in Valle del Serchio sono state vissute in modo particolare. Guelfo Marcucci, venuto a mancare nella notte tra venerdì e sabato nella sua casa di Castelvecchio Pascoli dove da anni si era ritirato per la sua malattia, è stato quale imprenditore lungimirante, uno dei pilastri dello sviluppo e dell’economia della Valle negli ultimi sessant’anni e con lui se ne è andata indubbiamente una parte importante di storia recente del progresso e dello sviluppo di questa terra. E sono stati in tanti a rendergli l’ultimo saluto. C’erano più di mille persone nel piccolo cimitero della sua Castelvecchio, di questo paese che ha sempre occupato un posto speciale nel suo cuore.

Tanta gente che si è stretta attorno al dolore della moglie Iole Capannacci, dei figli Paolo, Marialina ed Andrea, delle loro famiglie e dei nipoti, di quella che è stata ed è la più importante famiglia dell’imprenditoria della Valle del Serchio se non di tutta la  provincia di Lucca. C’erano anche tanti dipendenti, collaboratori, dirigenti delle attività che fanno capo al gruppo Marcucci e c’erano anche tanti esponenti della vita pubblica a cominciare dal prefetto Giovanna Cagliostro, dall’onorevole Raffaella Mariani, dall’assessore regionale, Marco Remaschi, ai consiglieri regionali Baccelli e Giovannetti, a tanti sindaci della Valle tra i quali il sindaco di Barga, Marco Bonini. C’era anche una folta delegazione della Misericordia del Barghigiano – servizio ambulanza, una delle tre realtà sociali del territorio alle quali, per espressa volontà di Guelfo e della sua famiglia, era stato chiesto di devolvere eventuali offerte in ricordo.

Una cerimonia densa di commozione, ma anche semplice quella in suffragio di Guelfo. Come semplice è sempre stato del resto il suo modo di rapportarsi con gli altri. La salma è giunta all’ingresso del cimitero direttamente dall’obitorio di Barga dove in tanti già da sabato si erano recati per rendere omaggio a Guelfo Marcucci. Da qui è stata trasportata a spalla da alcuni dipendenti del Ciocco, seguiti dai tre figli, presso la cappellina cimiteriale dove si è tenuta la funzione. La cerimonia è stata officiata dal proposto di Barga, don Stefano Serafini: «Siamo tutti consapevoli – ha detto nella sua omelia – di quanto Guelfo abbia saputo fare per questa valle. Per tante famiglie di questo territorio che con lui hanno condiviso tanti momenti di vita. Dobbiamo rivolgere un ringraziamento al signore per quanto attraverso Guelfo ogni persona ha potuto ricevere». Unica concessione ad una cerimonia breve e semplice, il «Panicus Angelicus» cantato dal soprano Ilaria Di Giangirolamo.

Attimo intenso di commozione per tutti, che ha introdotto agli ultimi momenti delle esequie, terminate con la tumulazione della salma nella cappella di famiglia. Non prima però del commosso ricordo di Guelfo pronunciato per i figli da Marialina ed arricchito dagli effettuosi ricordi dei nipoti che hanno di nuovo commosso tutti i presenti. «Era lungimirante e guardava al futuro, forse per questo era sempre in ritardo...». Nella lettera, letta con voce rotta dalla commozione, Marialina Marcucci e i fratelli hanno sottolineato l’amore del padre per la sua terra, la voglia di scommettere sempre in nuove imprese e il grande attaccamento alla famiglia.