Fiumi ad altissimo rischio idraulico "Servono milioni per rimediare"

Sfogo del sindaco Alessandrini: "Possibile che negli anni nessuno si sia reso conto di quanto stava accadendo?"

Migration

Sos rischio idraulico a Seravezza con milioni di euro che serviranno per la realizzazione delle necessarie e urgenti opere di messa in sicurezza. È questa la situazione dei dei torrenti Serra e Vezza e del fiume Versilia, che nasce dalla loro confluenza. Una situazione preoccupante portata alla luce dal sindaco Lorenzo Alessandrini (nella foto) che ha commissionato un’analisi per accertare lo stato delle opere in alveo e la condizione di pericolosità generale per il paese. "Il risultato non è certo incoraggiante - spiega il sindaco Lorenzo Alessandrini (nella foto) - in quanto il capoluogo è di nuovo a rischio idraulico. Dopo l’alluvione del 1996, da sindaco e assieme al Genio Civile, avevamo realizzato tutta una serie di opere idrauliche finalizzate alla messa in sicurezza dell’alveo nel centro di Seravezza. Torno dopo due decenni e devo rilevare che in questi anni le opere idrauliche hanno subito un deterioramento impressionante, senza che nessuno vi ponesse rimedio. Mentre si discorreva di ‘contratto di fiume’, il fiume è stato trascurato e lasciato morire. I problemi maggiori sono causati dall’erosione delle opere spondali, sotto i muraglioni, con il rischio di crolli e sprofondamenti della strada e delle sponde".

Più nel dettaglio, l’analisi condotta sul torrente Serra - nel tratto che attraversa il centro abitato - presenta problematiche di erosione sulle sponde e alla base di opere trasversali, ossia le briglie, con il pericolo di cedimenti. Gli stessi problemi di erosione diffusa sulle sponde che si rilevano nel torrente Vezza, il corso d’acqua proveniente dallo stazzemese. A queste problematiche in alveo si aggiunge anche lo stato del Puntone, alla confluenza dei due torrenti, dove il fiume prende il nome di Versilia. È qui che, dopo l’alluvione, il Genio civile volle posizionare uno scivolo di massi al posto dell’efficace briglia utile a rallentare la velocità delle acque. Negli anni, però, la corrente ha provocato la distruzione dello scivolo così che oggi i massi, posizionati a valle del vecchio salto, sono disseminati in modo caotico perdendo così la propria funzione e provocando una corrente irregolare. "In tutti questi anni – aggiunge Alessandrini – nessuno sembra essersi accorto che nel nostro fiume, piena dopo piena, si stavano ricreando i presupposti del rischio. Adesso, per riparare ai danni e riconquistare un minimo di sicurezza idraulica ci vorranno milioni di euro. Per questo sto inviando una serie di segnalazioni al Genio civile e alla Regione, sperando di poter dare avvio a una nuova campagna urgente di messa in sicurezza del capoluogo". Tra le opere che necessitano di interventi urgenti, anche “il fognone” che raccoglieva le acque del centro storico e in particolare di piazza Carducci.