Elezioni, a Lucca otto candidati contro sette: quasi una replica del 2017

In cinque anni il quadro politico lucchese è cambiato poco o per niente, restando quasi immobile salvo piccoli assestamenti

Un’immagine di archivio di elezioni comunali

Un’immagine di archivio di elezioni comunali

Lucca, 11 maggio 2022 - Lucca laboratorio politico di rilevanza nazionale? Le prossime elezioni cittadine sembrerebbero smentire quello che per troppo tempo è stato, prima di tutto, una sorta di luogo comune. Se si guarda alle ultime elezioni comunali del 2017 il quadro pare è del tutto simile a quello che dovrebbe presentarsi ai nastri di partenza della ormai imminente campagna elettorale 2022 che salperà ufficialmente fra un paio di giorni dopo l’accettazione delle liste e dei candidati, il cui termine per la presentazione scade domani.

Otto candidati sindaco nel 2017 e, salvo sorprese della vera e propria ultima ora, sette anche nella tornata del giugno prossimo. Alessandro Tambellini, Remo Santini, Fabio Barsanti, Massimiliano Bindocci, Donatella Buonriposi, Matteo Garzella, Marinella Manfrotto e Ilaria Quilici si sfidarono cinque anni fa; oggi saranno invece: Francesco Raspini, Mario Pardini, Fabio Barsanti, Alberto Veronesi, Elvio Cecchini, Aldo Gottardo e Andrea Colombini.

Ma a colpire è prima di tutto il sostanziale immobilismo del quadro politico salvo piccoli assestamenti. Per mesi sono stati ipotizzati stravolgimenti, che qualcuno temeva e altri auspicavano, del quadro politico locale. A partire da una conquistata centralità del terzo polo, letteralmente sbriciolatosi nel momento in cui Giorgio Del Ghingaro, dopo mesi di tira e molla, ha preferito rimanere a Viareggio.

Così come sono naufragati i tentativi di allargare il perimetro delle coalizioni principali (che non hanno assorbito gli scontenti delle rispettive aree) e l’ipotesi suggestiva di una grande coalizione che partisse dai partiti centristi di Italia Viva, Azione e +Europa e si estendesse al versante destro sino alla Lega con (presumibilmente) fuori Fratelli d’Italia. Prove di maggioranze alternative, in teorie guidate dallo stesso Pardini che per lungo tempo è stato proprio al tavolo del terzo polo, che non hanno retto alla realtà dei fatti e delle alleanze anche nazionali. Alle fine, lo schema tradizionale ha prevalso contro ogni previsione e Lucca pare aver mostrato una volta in più una prova del suo conservatorismo più che una reale propensione a fungere da laboratorio per nuove sintesi politiche.

Il centrosinistra, nelle sue varie declinazioni, presenta un candidato (da Tambellini a Raspini), così come il centrodestra, almeno nella sua forma partitica (da Santini a Pardini); come cinque anni fa due sono gli aspiranti sindaci di estrazione civica (da Buonriposi e Garzella a Veronesi e Cecchini). Alla sinistra, al posto di Manfrotto, ecco Gottardo a rappresentare le tante formazioni presenti in quell’area. Così come a destra, si conferma Barsanti che allarga, rispetto a cinque anni fa, il suo raggio d’azione inglobando gli scontenti del centrodestra classico e Italexit.

Come outsider, fuori dagli schemi politici classici, ecco Colombini che a differenza di Quilici gode però anche dell’appoggio di tre liste.

Infine, i Cinque stelle che, a differenza di cinque anni fa, non saranno presenti né con un proprio candidato né con una lista e il simbolo.