E a San Concordio riaffiora l’antico porto della Formica

Appello dei cittadini del Comitato all’amministrazione comunale “Nel riprogettare l’area Gesam, tenete conto dei reperti emersi dagli scavi“.

A proposito della bonifica ambientale nell’area Gesam, in merito alla quale nei giorni scorsi sono intervenuti sia il Comune che la società Italgas, la parola ai cittadini, in particolare al comitato per San Concordio.

“Gli scavi per la bonifica, con relativa asportazione di terra inquinata, sono stati eseguiti in tutela archeologica su buona parte dell’area Gesam, ma non, paradossalmente, nella zona dove si

trovavano le strutture interrate del porto rinascimentale, cioè tra il muro che costeggia via Formica e l’edificio degli uffici tecnici – osserva il comitato – Lì gli scavi sono stati eseguiti il 10 e 16 maggio 2022, senza alcuna tutela archeologica, cioè in quei due giorni, in cui è stato fatto un imponente sbancamento, non sono stati chiamati gli archeologi della ditta incaricata da Italgas di fare la sorveglianza archeologica. Questo nonostante fosse risaputo che lì si trovassero le strutture murarie del porto, in particolare i tre “scali” per il carico-scarico delle merci, come si poteva leggere chiaramente anche sul pannello illustrativo del porto che si trova proprio lì, all’inizio di via Formica, sul lato opposto del muro lungo il quale è stato fatto lo scavo“.

“E’ stato solo grazie a una cittadina di San Concordio – evidenzia il comitato – che passando sulla ciclabile di via Formica ha visto e fotografato una bitta divelta dalla ruspa, che si è potuto appurare che la sorveglianza archeologica era assente. Ed è stato grazie a Italia Nostra, che tempestivamente ha presentato un esposto, e grazie infine all’intervento dei Carabinieri di stanza in via Formica, che la Soprintendenza ha potuto essere messa a conoscenza del grave fatto“. “La Soprintendenza ha messo in sicurezza, nei suoi depositi, la bitta per l’ormeggio “salvata” – continua il comitato – e ha disposto una ulteriore fase di indagine. Sono stati così portati alla luce dagli archeologi, di fronte all’edificio degli uffici tecnici, due dei tre scali del porto, in perfette condizioni di manutenzione, anche se presumibilmente è andata persa, con lo sbancamento del maggio 2022, profondo almeno un metro e mezzo, la documentazione della loro parte più superficiale, ove è verosimile fossero altre bitte“.

“In conclusione – rilevano i cittadini – nonostante la falla nelle operazioni di scavo e nonostante lo scetticismo della passata amministrazione comunale, in carica all’epoca dei fatti, che non ha mai fatto mistero di ritenere che del porto non fosse rimasto alcun resto significativo, le strutture murarie degli scali del porto sono state ritrovate, integre e ben conservate, dietro il muro all’inizio di via Formica, esattamente là dove le riportano le mappe storiche. Si auspica che la nuova Amministrazione, nel riprogettare l’area Gesam ne tenga conto“.