REDAZIONE LUCCA

Due anni e 6 mesi per il dottore

Italo Lemmi, ritenuto il principale artefice, ha patteggiato la pena per bancarotta fraudolenta

Ha patteggiato la pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione Italo Lemmi, ritenuto il principale artefice del crac (di 30 milioni di euro) delle “Farmacie Lemmi sas“ e delle altre due società del gruppo, dichiarate fallite tra il novembre 2014 e il marzo 2015: la "Diadema sas" e l’Antica Farmacia di Lonate nella provincia di Varese. Il farmacista, 52 anni, residente a Castelnuovo Garfagnana, era finito nei guai per bancarotta fraudolenta e per distrazione, aggravamento del dissesto della società. Erano stati effettuati alcuni prelievi dalle casse della società di circa 47mila euro nel 2013 e per 56mila nel 2014. Ma soprattutto ci sono state scelte aziendali avventate, come la decisione di avviare una grossa attività di import export di farmaci rivelatasi poi fallimentare. Nello specifico era stato preso in locazione un grosso immobile a Marlia, ad un valore che, secondo il curatore fallimentare, era cinque volte superiore a quello di mercato.

Davanti al giudice Antonia Aracri erano finiti anche Leonardo Manzi, responsabile della Sibegi srl, immobiliare del gruppo che si occupava di acquisire stabili da adibire a uso farmacia o deposito, e gli amministratori delegati delle Farmacie Lemmi: Luca Lupetti e Andrea Bertoncini.

Il primo, che aveva chiesto di essere ammesso al rito abbreviato, è stato assolto. Per Bertoncini si è concluso con un non luogo a procedere per non aver commesso il fatto, mentre Lupetti è stato rinviato a giudizio per condotta illecita in concorso con Lemmi.