PAOLO PACINI
Cronaca

Doping nel ciclismo. In 12 a processo, 3 prosciolti dalle accuse

A ben sei anni di distanza dai provvedimenti cautelari, chiusa l’udienza gup. Scagionati il medico Daniele Tarsi, il dirigente Andrea del Nista e Lido Del Carlo

In 12 a processo per doping (foto Ansa)

In 12 a processo per doping (foto Ansa)

Lucca, 24 febbraio 2024 – A ben sei anni di distanza dalla conferenza stampa della Procura in cui nel febbraio 2018 vennero resi noti i clamorosi provvedimenti cautelari, si è chiusa soltanto ieri l’udienza preliminare davanti al giudice Alessandro Dal Torrione per l’inchiesta sul doping nel ciclismo dilettantistico scattata dopo la morte sospetta del ciclista 21enne Linas Rumsas. Il giudice ha rinviato a giudizio 12 imputati e ne ha prosciolti altri 3 per non aver commesso il fatto.

I proscioglimenti riguardano il medico sportivo grossetano Daniele Tarsi, l’ex dirigente sportivo lucchese Andrea Del Nista (difeso dall’avvocato Francesco Spina) e il ciclista Lido Del Carlo, per i quali il gup ha ritenuto che non vi fossero elementi a carico. Per gli altri 12 si andrà invece davanti al tribunale collegiale di Lucca il 6 giugno.

“E’ la fine di un incubo per me, perché in pratica prima ho scontato la pena della gogna mediatica e solo adesso sono stato assolto...", commenta il medico Daniele Tarsi tramite il suo legale, l’avvocato senese Paolo Viviani. All’epoca il dottor Tarsi era il medico dello Spezia calcio e fu subito allontanato, mentre ha poi ricevuto una sospensione di 4 anni e mezzo dal tribunale sportivo antidoping sulla base delle sole contestazioni della Procura che lo accusava di aver dato consigli alla società ciclistica lucchese in merito a pratiche dopanti. Accuse ora appunto decadute.

La vicenda giudiziaria, tuttavia, potrebbe avere vita breve almeno per la maggior parte degli imputati (quelli ai quali non viene contestata l’associazione a delinquere), dato che a marzo 2025, ovvero tra un anno esatto, cadrà in prescrizione il reato previsto dall’articolo 586 bis del codice penale ovvero "l’utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti". Del tutto improbabile che si arrivi anche solo a una sentenza di primo grado entro quella data. Per non parlare poi dell’eventuale grado di appello.

Dall’inizio delle indagini sono trascorsi già sei anni e mezzo. Nel frattempo uno degli indagati è già deceduto, un altro è stato stralciato e alcuni hanno patteggiato pene minori, uscendo dal processo. Adesso tre imputati hanno ottenuto il proscioglimento. Gli altri 12 devono ancora essere processati nel merito. Ma i tempi della giustizia, per condannare o per assolvere, non possono essere questi.