Docenti divisi sulle nuove regole "Così si garantisce la presenza"

Il decreto sulla scuola deve ancora essere ufficializzato, ma già crea spaccature all’interno del corpo docente e non solo, tra chi abbraccia le norme senza pensarci troppo e chi non le digerisce. Le polemiche passano soprattutto per i social, terreno fertile per certe dinamiche. In sostanza quegli stessi docenti che a giugno, quindi a fine anno scolastico, non avevano ancora fatto il vaccino, è molto probabile che durante l’estate siano rimasti fermi sulle loro perplessità e nel dubbio non lo abbiano fatto. Chi invece era certo fin dall’inizio, non ha perso tempo. "Io l’ho fatto appena possibile - commenta Serena Folcarelli, maestra nella scuola dell’infanzia di Picciorana - spinta dalla convinzione di tutelare me, la mia mia famiglia e i miei bambini". Per il suo ordine scolastico, infatti, ha a che fare con bambini piccolissimi, dai 3 ai 6 anni. Ovvero quella fascia di età non contemplata né dal vaccino né dall’utilizzo della mascherina, che però richiede una cura più di contatto e quindi maggior vicinanza fisica.

"Da profana credo che sia l’unica strada per uscire da questa situazione". Sicuramente è un modo per limitare la dad. "La presenza è fondamentale - conclude Folcarelli - il lockdown è stato deleterio per tutti, con conseguenze fisiche e psichiche sui ragazzi, ma anche sui docenti. Diciamocelo. Lavorare online, a maggior ragione con i bambini piccoli, è molto impegnativo e poco proficuo". L’obbligo del Green Pass in classe non coinvolge gli studenti, ma è anche vero che rimangono ancora aperte alcune questioni come: gite, trasporti e attività sportive. La loro gestione potrebbe influenzare determinate scelte.