REDAZIONE LUCCA

“Discontinuità in Provincia“. L’affondo dei Riformisti

“La candidatura Pd, con Pierucci che si presenta come continuità a Menesini, è una forzatura politica inaccettabile“. E Colucci elenca una serie di errori.

Grandi manovre in vista del voto per la presidenza di Palazzo Ducale

Grandi manovre in vista del voto per la presidenza di Palazzo Ducale

Ancora grandi manovre, distinguo e messaggi trasversali in vista delle imminenti elezioni per il presidente della Provincia. "Il presidente della Provincia non può essere di continuità a Menesini": lo afferma in una nota, a nome dei Riformisti, Francesco Colucci che auspica una discontinuità a Palazzo Ducale che non può essere certo costituita dal candidato del Pd Pierucci. Colucci nell’ottobere scorso aveva anche organizzato il faccia a faccia fra il sindaco di Lucca, Mario Pardini e quello di Viareggio Giorgio del Ghingaro.

"Assistiamo ad una candidatura Pd, con Pierucci, che si presenta come continuità a Menesini – si legge nella nota – una forzatura politica inaccettabile, con tutti i Sindaci bravi e di consolidata esperienza che ci sono nei Comuni della nostra Provincia. Una continuità con scelte amministrative di parte, mai nell’interesse primario del territorio provinciale, non può essere condivisa. I Riformisti ritengono indispensabile un Presidente che sia dichiaratamente di discontinuità con Menesini, per recuperare tutti gli errori fatti nella sua gestione e per far tornare la Provincia un Ente aperto a tutti. Un sindaco, con esperienza e stimato, che guardi solo all’interesse di tutto il territorio provinciale, abbia una visione complessiva e di lungo respiro per lo sviluppo armonico e condiviso dei vari Comuni interessati e abbia l’autorevolezza per non subire i giochetti della politica o la necessità di lavorare ai soli interessi del proprio Comune".

Secondo Colucci, sono stati tanti gli errori della gestione Menesini, a partire da quelli legati al Ponte sul Serchio. "Un grave errore della Provincia nella preparazione degli atti – ricorda – ha causato il blocco della gara di appalto e la ripetizione di moltissimi atti burocratici che hanno causato tre anni di ritardo nell’appalto con danni di molti milioni di euro alla collettività toscana. Il grave è che dopo aver ammesso l’errore Menesini non ha neppure offerto le sue dimissioni o aperto una procedura per accertare le responsabilità nell’amministrazione, per un danno di oltre 3 milioni".

Ma una gestione inadeguata avrebbe interessato anche gli Assi Viari e il raddoppio ferroviario. Per questo – conclude la nota – i Riformisti ritengono che le liste civiche, pur di diversa colorazione, debbano giocare un ruolo decisivo per l’elezione di un presidente che sia di tutti, anche con la formazione di una loro lista autonoma a cui va il nostro sostegno".