LAURA SARTINI
Cronaca

Sempre meno negozi storici: si tenta di sopravvivere, ma è dura

Dopo la chiusura di Tenucci, mappa sempre più povera

Passeggiata in centro storico

Lucca, 10 aprile 2016 - C'è chi prova a resistere. Per innato ottimismo, per la stima dei clienti, per strategie vincenti, per il fatto – prioritario – che in tempi molto più favorevoli i loro avi hanno acquistato il fondo commerciale e oggi non devono pagare affitti stellari. Dopo la chiusura choc di Tenucci, i negozi storici ancora presenti dentro le Mura, nati prima del 1950, sono una novantina secondo l’ultima rilevazione della Camera di Commercio, di cui circa 80 si trovano dentro il perimetro delle Mura. Una lista che si sta pericolosamente riducendo. Il capostipite di tutti, ovvero l’attività più antica e una delle più fotografate dai turisti, è la gioielleria Carli di via Fillungo, che ha affisso l’insegna nel fondo attuale, sopra le splendide vetrine, nel lontano 1665. UN SECOLO dopo – secondo posto per vetustà e quindi capacità di resistere ai venti contrari – arrivò a Lucca, dove ancora è, l’orefice Pellegrini (1750).

Terzo in ordine di nascita, il ristorante Buca di S.Antonio, un punto di riferimento dal 1782. Nella top ten degli irriducibili anche la mitica Bottega di Prospero (1790), poi il Caffè del Mercato, Galliani, che ancora oggi mostra l’insegna storica (1819) in via Roma. Segue una pugnalata al cuore. Ovvero il locale tanto amato dal Maestro Puccini e dalla città tutta, chiuso da anni nell’indifferenza delle istituzioni: l’Antico Caffè Di Simo. Aperto nel 1846 è stato testimone di guerre e periodi di povertà assoluta. Ma è sopravvissuto, per poi soccombere di fronte alle burocrazie, le lentezze e l’estenuante braccio di ferro tra proprietà, affittuario e gestore del ramo di azienda. L’abbigliamento Samuele Martini, in via Vittorio Veneto, piazza S.Michele, ha già compiuto il secolo e mezzo. E’ del 1850 l’antica Farmacia Massagli, di dieci anni dopo l’Osteria Baralla. Così come il primo negozio Tenucci, oggi una ferita aperta. Quattro generazioni e 150 anni di storia cancellati in un colpo: tendine abbassate sulle vetrine del negozio donna in piazzetta dell’Arancio, ultimi interventi di smobilitazione anche nello storico punto vendita di via Fillungo, sinonimo di tradizione ed eleganza del commercio lucchese. I negozianti faticano a crederci, il senso di perdita assoluta è il comune denominatore in una vicenda di evasione fiscale che sarà chiarita in altre sedi.

Ma che al momento spiazza la città, seminando profonda amarezza. Tra gli stoici anche la pizzeria da Felice, La Grotta, Santi e Guerrieri, farmacia Giannini, Buccellato Taddeucci (1881), Ottica Bianchi, Farmacia Baldi, Antica Drogheria, Fratelli Chiocchetti, Farmacia Masoni (traslocata fuori città), l’edicola Brancoli (1903), Forno Casali, Gelateria Santini, Caffè Ninci e Gelateria Veneta, Panificio Chifenti, Fratelli Lenci, pelliccerie Pierini, Poli Biciclette, Forno Giusti, Ottica Bruno, da Giulio in Pelleria, Farmacia dott. Melosi Enea, Lovi Lane, Bar Casali e, in Borgo Giannotti, Pieretti Raffaello, pizzicheria Tambellini, e intimo Giribon. Nell’elenco della Camera di Commercio, che risale al 2006, risulta anche chi, della sua attività, ha lasciato traccia, oltre che nei ricordi degli abitanti, nell’insegna storica. Solo quella infatti è rimasta, oltre al locale, dell’antica profumeria Ristori di via Fillungo, o il Cariola pelletterie del 1872. Quest’ultimo si era arreso nel 2012 senza tanti clamori. Aveva lasciato il posto a un negozio di fiori finti e profumi. Oggi chiuso anch’esso.